Su indicazione della Asl Roma 4 e della Sanità Marittima, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale ha organizzato una giornata di informazione sul coronavirus, nei confronti delle imprese e degli operatori portuali, rivolta ai datori di lavoro, ai medici competenti e ai responsabili dei servizi di prevenzione e protezione delle singole imprese (RSPP).
L’incontroaveva l’obiettivo di informare i partecipanti sullo stato dell’epidemia da coronavirus e sugli approcci lavorativi e procedurali da osservare per fronteggiare il rischio residuo di contaminazione già controllato e regimentato a bordo nave. Hanno partecipato il Capo Dipartimento di Prevenzione della Asl Roma 4, Simona Ursino che ha spiegato le ultime conoscenze portate all’attenzione della comunità scientifica sulle modalità di trasmissione ma, soprattutto, di prevenzione del virus e la direttrice del Servizio Spresal, Maria Presto che ha ribadito l’obbligo, per i datori di lavoro, di valutare il rischio derivante da possibili infezioni da coronavirus per formare e informare i lavoratori dipendenti delle imprese portuali.
Il responsabile dell’Usmaf, Paolo Niutta ha esposto le procedure per il trattamento dei cosiddetti “casi sospetti”. Secondo il Ministero della Salute una persona è definita tale in presenza dei sintomi identificati e se, nei 14 giorni precedenti, è transitata o ha avuto contatti con le zone di contaminazione. Ha, inoltre, precisato che sono in atto controlli su tutte le navi scalanti il porto di Civitavecchia. Si può sbarcare solo se provvisti di autorizzazione, da parte dell’Usmaf, di libera pratica sanitaria. Infine, sono stati condivisi alcuni dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riguardanti la capacità di contagio di un paziente sintomatico, “i cui parametri -compresi tra 1,4-2,5 persone -se raffrontati a quelli, per esempio, del morbillo (12-18) sono decisamente inferiori”.