A 3 anni dall’apertura dell’Antica Focacceria San Francesco di via San Paolo a Milano, si inaugura il nuovo locale di via Piero della Francesca 56, che precede altre 2 aperture del rinomato locale palermitano in via Panfilo Castaldi a Milano e piazza della Malva a Roma. In totale prima di Natale la catena conterà in tutto 8 sedi: oltre quella di Palermo, 3 a Milano, 3 a Roma città e 1 all’aeroporto di Fiumicino.
“Il progetto che avevamo immaginato già nel 2005 – ha detto Vincenzo Conticello, amministratore di Afsf spa – e che avevamo dovuto bloccare per i noti fatti di cronaca, si è rivelato vincente. E la proposta di una cucina di tradizione siciliana, fedele alle ricette originali, ha confermato la sua capacità di sedurre i palati di tutt’Italia”.
Marco Santini, dg di Afsf, ha confermato i risultati positivi dei locali già aperti da più di un anno e ha illustrato l’evoluzione che il format ha vissuto per riuscire a riportare i sapori e l’atmosfera di Palermo al di fuori del contesto di quella città. “Quello di via San Paolo è stato sempre considerato un vero e proprio laboratorio – ha detto Santini – per testare la possibilità di replicare, in un contesto metropolitano, i sapori e le sensazioni di un locale che è diventato simbolo di una città. Abbiamo affrontato e risolto i problemi legati alle forniture delle materie prime, che naturalmente devono garantire la qualità e la tipicità delle specialità legate al territorio della Focacceria che la famiglia Conticello gestisce a Palermo da quattro generazioni”.
“Librerie Feltrinelli è entrata nella compagine societaria – ha dichiarato Stefano Sardo, ad Librerie Feltrinelli e consigliere Afsf – con la convinzione che fosse il partner giusto per sviluppare quello che nei prossimi anni è destinato a diventare un assetto strategico per l’azienda milanese. Lo sviluppo del circuito Antica Focacceria San Francesco, la gestione di caffetterie e bistrot nelle librerie Feltrinelli e l’apertura di nuovi locali a insegna RED, sono parte di un unico progetto: rispondere alle sfide di un mercato che ci chiede di essere sempre più luoghi di aggregazione e socialità, e interpretare una coscienza diffusa che riconosce nel buon cibo un sedimento di memoria e cultura collettive”.