“L’antitrust e non il Comune di Milano ci ha intimato di andare a risolvere un problema perché oltre il 20% delle chiamate di taxi in città è inevaso e arriva a punte del 40% tra maggio e giugno”. Lo ha spiegato l’assessora alla Mobilità del Comune di Milano, Arianna Censi, a margine del Consiglio comunale citando i dati dell’Antitrust secondo cui nell’ultimo anno stabilmente su dieci richieste di autobianche due non sono andate a buon fine, con picchi del 40% tra maggio e giugno.
“Nella delibera per 450 nuove licenze di taxi noi citiamo questo parere. Se non agissimo saremmo in difetto. Bisogna rassegnarsi sul fatto che è necessario andare in questa direzione – ha aggiunto – Il costo delle licenze proposto dal Comune è in linea con quello che è stato valutato nell’analisi del mercato, è un sistema molto complesso su cui si esprimerà Art, l’Autorità di regolazione dei trasporti, non è una decisione che assume unicamente il Comune che ha fatto una proposta che è figlia di una serie di analisi del mercato, della realtà e del numero di taxi”.
Il Comune ha proposto un costo della licenza per i nuovi taxi di circa 100mila euro ed ora l’autorità competente sarà chiamata ad esprimersi su questa proposta. “Le licenze devono essere onerose, da quello che ha stabilito la legge – ha concluso – e i proventi delle licenze straordinarie devono andare interamente a coloro che hanno già una licenza”.