Maggiori misure di controllo verso il fenomeno dei b&b. È quanto chiede la Confcommercio di Pesaro e Urbino ha inviato una lettera alle amministrazioni comunali della costa.
“Questa particolare forma di ricettività – spiega Marco Arzeni, responsabile Fipe della Confcommercio – individuata dalla Regione Marche con la legge n. 8 del 2000, e che consente ad ogni privato cittadino di dare ospitalità in un massimo di 3 camere a propria disposizione, ha assunto dimensioni sicuramente importanti ma che, per la loro caratteristica di non essere inquadrate in nessun regime autorizzatorio o imprenditoriale, sfuggono troppo spesso ad ogni forma di controllo o verifica di quei limiti che la stessa normativa impone. Ci risulterebbe infatti che il massimo dei 6 posti letto, la saltuarietà dell’attività, l’obbligo di dimorare nella stessa abitazione o il somministrare prodotti tipici per la colazione vengano spesso ignorati e questo, è evidente, crea un serio danno a tutto il comparto della ricettività alberghiera ed extra-alberghiera per non parlare poi anche del sommerso e dell’elusione fiscale facilmente riscontrabile in questi casi” .
Secondo la Fipe-Confcommercio quella che nasceva come una formula per sviluppare un turismo alternativo è diventata un mercato parallelo incontrollabile. Per l’associazione è necessario che venga ripristinato lo scopo iniziale per cui i b&b sono nati, nel rispetto dei ruoli e della professionalità degli operatori.