Un contenitore d’arte che diventa opera d’arte in sé. E’ questo l’obiettivo che a Ferrazzano, piccolo borgo del Molise a poca distanza da Campobasso, paese d’origine di Robert De Niro, da due anni muove il lavoro parallelo dell’attore e regista Stefano Sabelli il quale sta realizzando un’opera d’arte senza uguali al mondo: la facciata esterna di un teatro tutta ricoperta da mosaici. Sabelli ha finora realizzato oltre 10 mosaici, sia all’esterno sia all’interno dell’edificio, per i quali sono servite oltre 400 ore di lavoro.
“Mi sono reso conto che quella dei mosaici è ormai la mia seconda attività dopo quella di regista e attore – racconta Sabelli all’ANSA – L’obiettivo finale è mosaicare tutta la facciata del teatro e realizzare un piccolo Parc Guell a Ferrazzano”.
“All’ingresso del Loto c’è ora il suo biglietto da visita, un mosaico di circa 6 mq, il più grande e complesso che ho mai realizzato. L’ho iniziato l’anno scorso e terminato il 5 settembre. È stato un bel rompicapo portarlo a termine e ci sono voluti tanti giorni di lavoro, quasi sempre in solitudine anche se ogni tanto qualche amico è venuto a mettere qualche tessera. Quel che importa è comunque che ora il Loto è ancora più bello, con la sua insegna di tessere d’oro incastonata fra rami e fiori di ciliegio”.
Guardando al futuro, la cooperativa Teatrimolisani, che nel 2019 è diventata proprietaria del piccolo teatro, ha utilizzato il periodo di stop per la pandemia per ristrutturare completamente gli esterni dell’edificio, rendendolo di fatto un’opera d’arte. Oltre ai mosaici, infatti, altre facciate del teatro sono state utilizzate per realizzare degli enormi murales visibili anche a centinaia di metri di distanza. “Ora il teatro è completamente ricontestualizzato nel borgo di Ferrazzano – evidenzia Sabelli – Un valore aggiunto, architettonico ed estetico, che desta curiosità nei visitatori. I tanti turisti passati quest’estate in Molise e a Ferrazzano, mai così numerosi negli ultimi anni, che, con le guide alla mano, ci chiedevano di visitare quello che le stesse indicavano come ‘il più bel piccolo teatro d’Italia’”.