Cedolare secca al 21% solo per chi affitta senza intermediari
23 Ottobre 2025, 11:40
Nella manovra bollinata dalla Ragioneria cambia la misura che innalzava al 26% la cedolare secca sugli affitti brevi, mantenendo la cedolare al 21% solo per coloro che non si affidano a intermediari o piattaforme come Booking o Airbnb.
L’articolo 7 del provvedimento, infatti, mantiene la cedolare al 21% ma solo nel caso in cui “nell’anno di imposta non siano stati conclusi contratti aventi ad oggetto tale unità immobiliare tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o tramite soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare”.
Per AIGAB si tratta di una rimodulazione che non cambia nulla. L’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi ribadisce il suo giudizio critico sulla misura e parla di “patrimoniale mascherata”.
Deluso anche Claudio Cuomo, presidente di AIGO, l’associazione dell’ospitalità diffusa Confesercenti: “è noto a tutti che quasi il 100% degli affitti brevi passa attraverso piattaforme online che già oggi agiscono come sostituti d’imposta. Di conseguenza, la riformulazione proposta – che esclude dall’aumento solo chi non si affida ad intermediari telematici – non produrrà alcun effetto concreto: è semplicemente un gioco delle tre carte, una correzione di forma che non modifica la sostanza: una stangata da oltre 100 milioni di euro, così come confermato dalla relazione tecnica alla manovra”.
Polemia anche la Federazione FARE: “la nuova versione della norma che decreta l’aumento della cedolare secca ricorda molto la favola del lupo e dell’agnello: non potendo raggiungere la base, si pensa di aggirare con un gioco di parole il problema e arrivare comunque alla fonte. È ovvio che la gran parte delle prenotazioni avvenga oggi attraverso il web – sottolinea la Federazione – perché le singole locazioni non hanno il potere contrattuale delle multinazionali dell’hospitality nei viaggi organizzati e nella visibilità online. Approvare una norma del genere è contrario all’interesse nazionale e favorisce soltanto i grandi capitali, spesso esteri, che demoliscono studentati per costruire hotel di lusso nei centri città”.
La correzione, però, non basta alle associazioni di categoria ma anche a parti della maggioranza con Forza Italia, in primis, che annuncia che presenterà emendamenti. Il ministro Giancarlo Giorgetti ne illustra la logica: l’incremento degli affitti brevi – evidenzia – pesa sulla possibilità di trovare alloggi soprattutto nelle grandi città. “Per questo – sottolinea – si è ritenuto di inserire un’apposita disciplina in materia fiscale avente oggetto le locazioni concluse tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o gestiscono portali telematici”. FI non ci sta (“forse il Mef è rimasto ai tempi dei cartelli ‘Affittasi'”, ironizza il responsabile turismo Carlo De Romanis) ma anche Matteo Salvini garantisce che alla fine “verrà cancellata in Parlamento”. Mentre da FdI si getta acqua sul fuoco: “Una soluzione in Parlamento si troverà”, assicura Gianluca Caramanna.