L’estate in corso conferma la tendenza positiva registrata nel settore degli short rental nella prima parte dell’anno, che a sua volta ribadisce la ripresa iniziata nel 2022. Il 2023, rispetto al 2022, mostra degli incrementi notevoli, pari al 73% delle prenotazioni e del 70% delle notti occupate. Nel 2022 sia le prenotazioni che le notti occupate hanno superato del 300% quelle del 2021, anno che ha risentito di forti limitazioni negli spostamenti a causa della pandemia. La fotografia è scattata da Halldis spa, storico operatore italiano degli affitti brevi con sede a Milano, le cui origini risalgono al 1986, che ha analizzato i dati relativi a oltre 1.200 proprietà tra appartamenti, palazzi e ville, in più di 120 località italiane ed europee, dalle principali città alle più belle località di mare, montagna, laghi e campagna.
Gli italiani rappresentano il 31,5% degli arrivi, mentre il resto è diviso tra provenienti da altre nazioni europee, che pesano per oltre il 52%, dall’America del Nord per il 7% e i rimanenti da altri Paesi. In calo i turisti che giungono dall’Asia, dal Sud America, quasi azzerati quelli dalla Russia e dalla Ucraina. Mentre nella prima parte dell’anno, i flussi si sono concentrati sulle grandi città come Roma con il 21% degli arrivi, Milano (12%), Firenze (10%), Venezia (8%), durante l’estate sono le classiche mete di vacanza che pesano con un 30% di tutti gli arrivi, mentre la montagna vale per il 18%, il 12% per i laghi e la campagna, soprattutto Toscana. A cambiare negli anni, non è la durata media della prenotazione, che risulta pari a otto/nove giorni, ma la disponibilità economica. Infatti, se nel 2021 il valore medio di una prenotazione è stato di 976 euro con un costo giornaliero di 121 euro, nel 2022 il primo sale a 1.286 e il secondo a 145 euro, nel 2023 rispettivamente a 1.516 e 180 euro, con un aumento del 24% rispetto al 2022.
“Gli affitti brevi – afferma Vincenzo Cella, general manager Halldis – si confermano trainanti, oltre che per la prima parte dell’anno, anche per questa estate. In Italia, secondo una nostra elaborazione su dati Istat e Scenari immobiliari, questo settore riguarda circa 600.000 immobili per un valore, a parere dell’Osservatorio Digitale Politecnico Milano, di circa tre miliardi di euro. Il mercato apprezza i property manager (operatori professionali, ndr) come noi, che gestiscono per conto terzi il prodotto casa, pari a circa il 25% del totale di quelle destinate agli affitti brevi, perché garantiscono privacy, qualità dei servizi, gestione innovativa del pricing e operazioni di promozione e marketing del prodotto, oltre che naturalmente un reddito per i proprietari. Ben venga in questo senso la proposta di regolamentazione del settore, che deve essere condivisa e portare vantaggi a tutte le parti in causa”.
“Nel corso del 2022 – dichiara Michele Diamantini, ceo Halldis – secondo i dati di Scenari immobiliari, il turismo internazionale globale ha recuperato il 66% dei livelli pre-pandemici: a fine anno il numero dei turisti che hanno viaggiato all’estero è arrivato a 960 milioni, più del doppio del 2021 anche se ancora il 34% in meno rispetto al 2019. L’Europa, la più grande area di destinazione, ha registrato 585 milioni di arrivi raggiungendo quasi l’80% delle condizioni precedenti la pandemia. I nostri dati dimostrano che, nonostante il Covid, la guerra in Ucraina e la congiuntura economica, la gente continua a desiderare di viaggiare e torneremo presto ai livelli del 2019. Gli affitti brevi faranno sempre più la loro parte se avranno un approccio innovativo e i fondi e gli operatori finanziari, focalizzati prevalentemente sul comparto alberghiero, continueranno a spostarsi, come sta avvenendo, anche sugli investimenti residenziali. Si tratta di operazioni lunghe, ma, fra due o tre anni, arriveranno sul mercato prodotti d’alta gamma, professionali e con servizi”.