lunedì, 6 Maggio 2024

Confturismo, poche infrastrutture:l’Italia resta al palo

Isnart: indietro per rete austostradale, ferrovie, aerei e parchi tematici

E’ il ritardo infrastrutturale la causa della perdita di competitività dell’Italia rispetto alle altre destinazioni forti del turismo. L’argomento è stato affrontato a Milano nell’ambito della Bit durante il convegno di Confturismo e Confcommercio su “Sviluppo turistico: quali infrastrutture”. Secondo il rapporto Isnart, c’è molto da fare, a cominciare dalla rete autostradale. Dagli anni ’70 ad oggi la rete autostradale in Italia è cresciuta del 67% contro il 230% di quella europea mentre i tempi di percorrenza ferroviari sono diventati più lunghi. Sempre dagli anni ’60 la rete ferroviaria è diminuita del 23% mentre i viaggiatori sono cresciuti più del doppio. Inoltre, il rapporto indica che si vola di meno e ci sono meno voli diretti: 77 compagnie volano su Roma, contro le 93 su Madrid e 91 su Parigi. In Italia volano 1.200.000 aerei per un totale 106 milioni di passeggeri contro i 163 milioni della Spagna dove volano 1.700.000 aerei. Riguardo alle offerte turistiche sono tanti i musei e i monumenti, ma pochi i visitatori. Ci sono 193 musei statali con una media annua di 170 mila spettatori mentre in Francia sono 33 con una media 400 mila visitatori e in Spagna 151 per una media di 212mila visitatori. Indietro anche per quanto riguarda i centri congressi: 100 per 40mila posti complessivi con una capienza media di 400 persone in Italia mentre in Francia ci sono 110 centri congressi con una capacità totale di oltre tre volte superiori. Mancano poi i grandi parchi a tema: Disneyland a Parigi, con oltre 10 milioni di presenze, è al quinto posto tra i parchi gioco più visitati al mondo. Gardaland, in provincia di Verona, si trova al 247/o posto con 3 milioni di visitatori. Infine, sono ancora un miraggio i turisti del golf: 250 mila presenze internazionali in Italia, appena l’1% dei golfisti nel mondo. Infine, secondo il presidente di Confturismo Bernabò Bocca, “se è vero che la domanda turistica interna del nostro Paese è abbastanza elevata, è altrettanto vero che la nostra capacità di attrarre turisti stranieri è concentrata e limitata in particolar modo alle mete tradizionali di eccellenza”.

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