Bulgari apre il suo quarto hotel a Pechino, altra tappa in vista della realizzazione di una catena “molto esclusiva” e destinata ad avere una quindicina di alberghi entro il 2022, sparsi nelle migliori città del mondo. E la scalata è già pronta: gli hotel infatti saliranno a sei in pochi mesi con le aperture di Dubai a dicembre e di Shanghai a gennaio 2018, in aggiunta a Pechino, Milano, Bali e Londra. Un totale di 500 camere e suite che potranno contare “nell’orizzonte al 2022 sul contributo di altri 8-10 alberghi, con Mosca in programma già nel 2019/20”.
“Quello che abbiamo voluto fare qui a Pechino ricorda Milano, con un giardino all’italiana, un’oasi nascosta e di tranquillità con vista sulla skyline della città, vicina al centro e all’autostrada per l’aeroporto”, spiega il numero uno del gruppo, Christophe Babin.
La struttura si trova sul fiume Liangma, nella parte alta del quadrilatero delle ambasciate di Sanlitun.”Abbiamo concepito l’hotel come un’ambasciata italiana in Cina del buon gusto e del design raffinato, inserendo anche elementi cinesi seguendo il concetto dell’arricchirsi un pò come fecero Marco Polo e Matteo Ricci”, aggiunge Babin.
Disegnato dallo studio di architetti Antonio Citterio Patricia Viel, gli interni sono arredati made in Italy (ad esempio Maxalto e B&B Italia) uniti a elementi locali, come i marmi neri della Mongolia interna, mentre sulle pareti spicca l’abbinamento delle foto in bianco e nero di monumenti di Roma e di Pechino. La qualità nei ristoranti è affidata allo chef italiano stellato Michelin, Niko Romito.
La Cina è un Paese strategico per Bulgari, come gli Usa dove c’è un percorso di rafforzamento di boutique tra Orlando, Boston, Filadelfia e il flagship store sulla Quinta strada: in dieci anni un hotel potrebbe esserci anche a Hong Kong e un altro a Hangzhou, definita da Marco Polo “la città più bella del mondo”.
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