Astoi torna sul tema commissioni e iva Paesi Ue, ribadendo la propria estraneità. L’associazione precisa, infatti, anche a difesa della categoria che rappresenta, che la posizione assunta da alcuni Tour Operator è totalmente legittima e corretta. Ciò che alcuni operatori hanno fatto è stato semplicemente smettere di assorbire a proprie spese l’iva (nelle destinazioni Ue soggette a tale tassa) sulla porzione di guadagno dell’agenzia.
In effetti, come tutte le provvigioni, le stesse andrebbero calcolate su una base imponibile al netto dell’iva, che costituisce un debito/credito nei confronti dell’erario e certamente non un guadagno del soggetto prestatore. Nel caso di specie, applicando sul pacchetto di viaggio un regime speciale iva, l’imposta rimane compresa nel prezzo e il ricavo del pacchetto comprende necessariamente anche quella quota di ricavo dell’agenzia che subisce in modo diretto e proporzionale un’iva che, dunque, va decurtata dalla provvigione stessa.
Pertanto, è assolutamente errato e lesivo dell’immagine della categoria sostenere che i TO hanno deciso di far pagare alle adv l’iva che spetterebbe invece a loro stessi. I Tour Operator continueranno a sostenere il costo dell’iva sulle destinazioni Ue sulla parte del proprio guadagno, lasciando a carico delle agenzie il pagamento dell’iva nella misura del 22% sulla porzione relativa alla commissione.
A tal riguardo è importante sottolineare che, se è vero che la commissione non è soggetta a iva sulla fattura commissionale, è altrettanto vero che determina comunque base imponibile all’interno del pacchetto di viaggio, apparendo come un “mark up” del TO, pur essendo di fatto un guadagno di un terzo: ciò che è stato introdotto da parte di alcuni Tour Operator è dunque una rettifica nel calcolo, diretta ad evitare che un costo che rappresenta un onere a carico dell’agenzia venga assorbito dagli operatori, come accaduto fino al recente passato.
È bene inoltre aggiungere che alcune destinazioni, oggetto delle programmazioni dei Tour Operator, hanno imposto aumenti di prezzo significativi, sfruttando l’alta domanda generatasi in conseguenza dei problemi del nord Africa o anche, come nel caso della Grecia, sommando a quanto sopra nuove politiche fiscali come l’aumento dell’iva sui servizi turistici che ha condotto ad un aumento dei prezzi a dismisura. Molti Tour Operator hanno assorbito nel prezzo parte di questi aumenti, proprio per non trasferirli al mercato e per sostenere la domanda e la distribuzione.