Balneari sul piede di guerra per l'ultima versione del Decreto Sviluppo che "introduce un diritto di superficie sul demanio per venti anni senza modificare, di fatto, il vero problema del rinnovo e la possibilità, dunque, di chiudere l'infrazione europea e di indire aste a evidenza pubblica per le attuali concessioni turistico balneari" secondo quanto denuncia la Fiba.
"Siamo delusi e preoccupati – afferma il presidente della Federazione di categoria della Confesercenti, Vincenzo Lardinelli – Il decreto nella sua definitiva formulazione è assolutamente inutile ed, anzi, danneggia ulteriormente un settore ed una categoria determinante per lo sviluppo e l'affermazione del turismo italiano". Per questo, la Fiba annuncia ‘battaglia': "per prima cosa – sottolinea Lardinelli – chiederemo al Parlamento lo stralcio dei primi tre commi dell'articolo 3 che istituisce una norma anacronistica, così come vogliamo coinvolgere le Regioni e l'Anci in questa nostra legittima rivendicazione. Inoltre vogliamo firmare una petizione al Capo di Stato per formulargli le giuste motivazioni a questa nostra presa di posizione. Non è escluso poi – conclude il presidente – che, se non otterremo risposte concrete alle nostre richieste, l'organizzazione di azioni di protesta più eclatanti, anche nel corso dell'ormai imminente stagione balneare".
Sulla stessa linea la posizione di Riccardo Borgo, presidente del Sib, Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe-Confcommercio. "Chiediamo a Governo e Parlamento di intervenire in maniera specifica sulla parte del decreto dedicato al settore per correlare i suoi contenuti ai principi dell'Ordine del giorno approvato all'unanimità dal Senato lo scorso 5 maggio e non tralasceremo nemmeno di chiedere un incontro con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Seguiremo con estrema attenzione i lavori parlamentari per la conversione in legge del decreto e, se sarà necessario, a giugno chiuderemo per un'intera giornata gli stabilimenti balneari".