È stato rinnovato il Ccnl per i 15 mila dipendenti delle aziende termali, scaduto il 30 giugno 2011. A firmare l’accordo Federterme/Confindustria con la Fisascat-Cisl e la Uiltucs-Uil mentre Filcams-Cgil si è rifiutata, in dissenso con la nuova disciplina del trattamento economico di malattia.
“Si tratta di un rinnovo arrivato dopo oltre quattro anni di trattativa serrata, anche grazie al senso di responsabilità manifestato dalle sigle sindacali firmatarie – ha dichiarato Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Federterme – caratterizzata da numerosi stop and go in un quadro complessivo della contrattazione nel nostro Paese, che fatica a trovare punti di riferimento ed in cui il ‘fai da te’ è diventata ormai la regola”.
“L’accordo – ha precisato Aldo Ferruzzi, vicepresidente di Federteme con delega alle Relazioni Industriali – che scadrà il 30 giugno 2020, prevede l’introduzione di nuovi profili professionali e ulteriori forme di flessibilità (lavoro extra e di surroga e nuova articolazione dei riposi domenicali) così da porre le imprese termali italiane in condizione di fronteggiare un andamento sempre più imprevedibile della domanda di cure e di benessere termali e consentire loro di competere ad armi pari con i concorrenti degli altri Paesi europei”.
E’ stata, inoltre, razionalizzata l’intera disciplina della malattia, che presentava numerose incongruenze e sono stati apportati una serie di adeguamenti alla più recente legislazione di alcuni istituti contrattuali (congedi parentali, apprendistato).
Per quanto riguarda gli aspetti economici, le parti hanno convenuto un aumento retributivo mensile lordo a regime di 90 euro (al IV livello), erogato in cinque rate con decorrenza da dicembre 2017 fino al 1° settembre 2019. E’ stata inoltre prevista un una tantum di 100 euro a sanatoria del periodo pregresso.