Scuse contro risarcimenti aerei, ma solo il 20% li richiede


Le compagnie aeree “stanno utilizzando sempre più spesso scuse per evitare di pagare i risarcimenti previsti dal Regolamento Europeo 261/2004, che possono arrivare a 600 euro a passeggero. Molte di queste giustificazioni sono però illegittime dal punto di vista legale, ma vengono utilizzate per scoraggiare i viaggiatori dal richiedere quanto dovuto”. Lo denuncia RimborsoAlVolo, secondo cui solo il 20% dei passeggeri richiede effettivamente i risarcimenti spettanti in caso di ritardo o cancellazione del volo, “spesso proprio a causa di scuse infondate”.

Secondo la società specializzata in assistenza ai viaggiatori, “nell’ultimo anno in Italia circa 56,7 milioni di euro di risarcimenti sono stati negati dalle compagnie aeree in modo del tutto immotivato. Ma quando i viaggiatori contestano questi rifiuti la situazione si ribalta completamente: nel 95% dei casi i tribunali italiani confermano il diritto del passeggero al risarcimento”.

Le scuse più utilizzate dalle compagnie per rifiutare i risarcimenti partono spesso da restrizioni nel controllo del traffico aereo; problemi tecnici e guasti dell’aeromobile; condizioni meteorologiche; scioperi del personale. Motivazioni usate anche per mascherare un effettivo overbooking.

Per difendersi è utile conservare biglietti e carte d’imbarco, le ricevute delle spese sostenute a causa del disservizio, screenshot di eventuali comunicazioni sui tabelloni dell’aeroporto, email o sms ricevuti dalla compagnia aerea. Vanno richieste la conferma scritta dei motivi del ritardo o cancellazione, la documentazione ufficiale che attesti il disservizio, le informazioni sui diritti dei passeggeri.

Resta sempre aggiornato sul mondo del turismo!
Registrati gratuitamente e scegli le newsletter che preferisci: ultime news, segnalazioni degli utenti, notizie locali e trend di turismo. Personalizza la tua informazione, direttamente via email.
Iscriviti ora
seguici sui social