sabato, 23 Novembre 2024

Sì a valorizzare i centri storici, ma serve concertazione tra pubblici esercizi e istituzioni

Rilanciare la presenza degli esercizi commerciali nei centri storici tramite concertazione, programmazione, condivisione. È quanto emerso dalla tavola rotonda su “Esercizi Commerciali e centri storici” nel corso della quale sono state evidenziate le criticità del rapporto tra pubblici esercizi ed istituzioni per il superamento delle problematiche che stanno portando sempre più numerose chiusure nel settore ed alla desertificazione dei centri urbani.

“L’Italia, con i suoi centri storici e la sua ricchezza artistica e culturale – ha spiegato Esmeralda Giampaoli, presidente della Fiepet-Confesercenti – esercita un enorme fascino sui turisti nazionali ed internazionali, ma spesso le limitazioni imposte ai pubblici esercizi impediscono di dare risposte adeguate alle richieste della clientela. La questione dei tavolini selvaggi e dell’inquinamento acustico, legato alla movida, che ogni anno, soprattutto in questo periodo, riesplode ne è un esempio lampante. I turisti che vengono nel nostro Paese vogliono provare le specialità enogastronomiche, ma chiedono di farlo all’aperto per poter contemporaneamente godere del contesto e delle bellezze che il territorio è in grado di offrire. Spesso però – ha aggiunto – la difficoltà di trovare un’intesa con le istituzioni locali rende difficoltoso pianificare l’attività di somministrazione all’aperto dei pubblici esercizi, creando invece delle vere e proprie battaglie che di anno in anno si ripetono, causando chiusure di locali, riduzione degli occupati ed anche un freno alla domanda turistica”.

Per il sottosegretario al Mibact, Dorina Bianchi: “la valorizzazione dei centri storici rappresenta un fattore attrattivo anche in chiave turistica e di sviluppo, riconoscendo i pubblici esercizi quali strumenti di innovazione. Senza dubbio, è evidente – ha concluso il sottosegretario – la necessità di un’armonizzazione della normativa territoriale ed una semplificazione che consenta interpretazioni uniche che limitino le eventuali discordanze tra amministrazioni locali”.

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