venerdì, 10 Maggio 2024

Dimore storiche volano per ripresa economica e sociale del Paese

È stato presentato presso il Salone Spadolini del Ministero della Cultura il III Rapporto dell’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato. Realizzato dalla Fondazione Bruno Visentini, l’Osservatorio è promosso dall’Associazione Dimore Storiche Italiane, Confagricoltura e Confedilizia, nell’auspicio di supportare le istituzioni nella definizione delle politiche da adottare per rilanciare il patrimonio culturale privato, che costituisce oltre il 17% del totale secondo l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.
La III edizione del Rapporto è dedicata al ruolo che le dimore storiche possono ricoprire nei processi di transizione ecologica e digitale, e in quello di inclusione sociale. A tal fine sono state messe in atto da un lato una rilevazione della qualità dei rapporti dei proprietari con Soprintendenza, Amministrazione comunale, pro loco ed altri enti, e dall’altro lato una ricerca sulle professioni e competenze richieste dai proprietari per il mantenimento del bene, nonché sulle previsioni dei futuri percorsi professionali dei giovani in tale settore.
Per il III Rapporto, l’universo di dimore storiche preso in riferimento è pari a 35.745 unità (dati di Vincoli in rete). Si tratta in prevalenza di case storiche, palazzi, ville, castelli, casali, giardini e parchi storici che configurano una rete diffusa su tutto il territorio nazionale, la maggior parte delle quali è situata nei centri storici e nelle aree rurali dei comuni italiani. Basti pensare che il 26% di queste dimore si trova addirittura in comuni sotto i 5.000 abitanti, costituendo spesso per i piccoli borghi e i luoghi più periferici del Paese il principale volano di attrazione turistica, culturale e sociale, con una ricaduta positiva sulle economie locali.
“Le dimore storiche sono certamente il più grande museo diffuso del nostro paese, volano di turismo, artigianato, enogastronomia, rappresentano un incommensurabile patrimonio artistico e culturale per il nostro Paese. Sono grandi catalizzatori sociali, oltreché culturali ed economici e, nella maggior parte dei casi, sono collocate in piccoli centri, lontani dalle città. Sappiamo quanto è importante la valorizzazione dei piccoli borghi anche attraverso la creazione di nuovi circuiti turistici, e per raggiungere questo obiettivo il Piano Nazionale Di Ripresa e Resilienza può essere un grande volano: oltre un miliardo sarà destinato proprio all’attrattività dei borghi. Ci impegneremo a utilizzare questi fondi con onestà ed efficienza. La cultura ha, e deve avere sempre più, un ruolo chiave nella ripresa economica e sociale dell’Italia, come fonte di produttività, di capacità di generare occupazione e innovazione. Le dimore storiche sono certamente un segmento importantissimo del nostro patrimonio storico e culturale, sono un pezzo della nostra storia e delle nostre tradizioni, e quindi della nostra identità nazionale, che abbiamo il dovere di tutelare, valorizzare e promuovere”, ha detto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
“L’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato ha ampliato la propria area di indagine, approfondendo quest’anno tematiche che auspichiamo possano aiutare le istituzioni a comprendere cosa può significare dal punto di vista culturale, sociale ed anche economico una concreta politica su tale patrimonio – ha affermato Giacomo di Thiene, presidente dell’ADSI – Ricordo che ogni euro investito nelle dimore storiche determina benefici più che doppi per l’economia dei luoghi nei quali sorgono, concorrendo alla valorizzazione di un patrimonio identitario che tutto il mondo ci riconosce, sul quale possiamo e dovremo continuare a primeggiare. Per farlo serve un sostegno concreto della politica, che non può lasciare ai soli proprietari-custodi l’incombenza del mantenimento di questi beni”.

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