Un numero ridotto di direzioni generali e regionali, più poteri e competenze per le soprintendenze, un ufficio per la pianificazione di obiettivi e programmi, meno burocrazia anche per aiutare i rapporti con i privati e più attenzione per l'innovazione e la formazione del personale.
Nata sulla scia dei tagli imposti a tutti i ministeri dalla spending review, arriva la riforma del ministero dei Beni culturali e turismo firmata dal ministro Massimo Bray.
Ma sul testo del decreto è già polemica. Con gli archeologi che insorgono contro la 'sparizione' della direzione generale per le Antichità. E le commissioni cultura di Camera e Senato che chiedono al ministro di 'confrontarsi'. Mentre l'associazione Bianchi Bandinelli, parla di ''occasione perduta per rilanciare il ruolo del ministero'' e la Uil si appella al presidente del consiglio perché bocci il provvedimento.
Suddiviso in 35 articoli, lo schema di Dpcm per la riorganizzazione del Mibact, che ha tra l'altro da pochi mesi inglobato il turismo, è comunque pronto per essere sottoposto alla firma di Letta. E la nuova architettura del dicastero di Via del Collegio romano (nato solo nel 1974 e da allora già riordinato quattro volte una prima nel 1998, poi ancora nel 2004, 2007 e 2009) è di fatto disegnata, anche sulla scorta dei suggerimenti formulati dalla commissione di esperti voluta dal ministro. L'intento dichiarato, insieme al risparmio, è quello di modernizzare.
Il nuovo assetto prevede in totale 9 direzioni generali, una in meno delle 10 attuali. Diversi accorpamenti riducono da 17 a 13 le direzioni regionali, con competenze rafforzate, invece, per le soprintendenze (alle quali vengono trasferiti per esempio i poteri di vincolo). Nasce una autonoma rete periferica per gli archivi. Mentre la riduzione degli uffici e delle posizioni di dirigenza comporta un risparmio sul personale (71,4 milioni di euro).
Le novità non mancano. Nuovo è ad esempio l' 'Ufficio per la pianificazione degli obiettivi e dei programmi' che lavorerà con il ministro per tradurre in programmi e progetti i suoi indirizzi amministrativi e politici. Vengono ridisegnati i compiti del Segretario generale e snellita la sua struttura. Viene aperto un 'Ufficio per la comunicazione interna ed esterna' che avrà anche il compito di far circolare le informazioni tra gli uffici.
Un po' a sorpresa, viene confermata la direzione valorizzazione, istituita qualche anno fa tra le polemiche dall'allora ministro Sandro Bondi per l'arrivo di Mario Resca: Bray la ridisegna aggiungendo la competenza dell'innovazione.
Nuova anche la direzione per 'l'organizzazione e le risorse umane'. Mentre la direzione generale per il bilancio vigilerà pure sulla delicata materia dei contratti.
Il cambiamento più forte è però nelle direzioni generali che si occupano in concreto del patrimonio culturale: erano 6 (Spettacolo, Cinema, Biblioteche, Archivi, Paesaggio belle arti architettura, Antichità) diventano 5 compreso il turismo (Paesaggio e patrimonio storico artistico; Archivi; Biblioteche istituti culturali e diritto d'autore; Contemporaneo spettacolo e patrimonio immateriale; Cinema e produzioni audiovisive; Turismo).