venerdì, 29 Marzo 2024

Franceschini: nuovo Rinascimento per cultura, ma cinema non apriranno

“Adesso c’è da traversare il deserto, da fronteggiare l’emergenza, ci aspettano ancora mesi bui, cinema e teatri il 27 marzo riusciranno a riaprire forse soltanto in Sardegna. Ma finita la crisi per la cultura ci sarà una sorta di Rinascimento, ci aspettiamo una ripresa dei consumi, una spinta verso la ricerca di consumi nuovi”. Con queste parole il ministro della cultura Dario Franceschini presenta ai parlamentari di Camera e Senato il suo programma di governo e spinge sull’ottimismo.

“Cultura e spettacolo sono fra i settori che hanno sofferto di più, ma per il settore c’è un grande spazio di crescita”. Nel 2014, alla sua prima volta come ministro dei beni culturali e turismo aveva detto di sentirsi “chiamato a guidare il ministero economico più importante del Paese”. Oggi che il turismo è stato scorporato dalle sue competenze lo ribadisce: “E’ fondamentale che la cultura mantenga il centro dell’agenda politica ed economica del Paese, senza il turismo quella frase vale ancora di più, anche in termini di attrattiva, di immagine, di credibilità del Paese, la cultura è una grande risorsa. In particolare i settori emergenti del contemporaneo”.

Priorità investire, dice, puntare sulla cultura “come dovere costituzionale, ma anche come grande risorsa della crescita economica, sullo sviluppo sostenibile, al centro delle scelte di questo governo”. E pazienza se i fondi che spettano alla cultura nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza (PnRR) con la scissione del turismo si sono ridotti da 8,3 miliardi a 5,6. Il governo, promette, andrà avanti con i sostegni a più largo spettro possibile con aiuti rinnovati nel Dl Sostegni atteso in settimana e con i fondi di emergenza. Il nuovo Mic, dovrà portare a termine le sue riforme e affrontare il nodo spinosissimo del personale, visto che pensionamenti e mancate assunzioni hanno creato “una carenza di 6.700 persone su un totale di 18 mila”. L’epidemia ha bloccato i concorsi, “stiamo cercando soluzioni più veloci, un’idea potrebbe essere il corso-concorso”.

Nel lungo excursus c’è spazio anche per la difesa di ItsArt, la piattaforma digitale che si sta mettendo a punto con Cdp, pensata, ribadisce il ministro, come integrazione virtuale ai palchi e promozione anche all’estero (“Con la Rai non è ancora detta l’ultima, l’ipotesi resta attuale troveremo le forme per coinvolgerla”).

Quanto ai 5,6 miliardi del PnRR c’è spazio per un progetto sui grandi attrattori culturali, dal Porto vecchio di Trieste all’Arsenale di Venezia, nel quale il ministro si dice favorevole ad annettere lo Stadio Franchi di Firenze, gioiello progettato da Pier Luigi Nervi. Tra le idee, un Recovery Art, hub, anche in centrali nucleari dismesse, nei quali accogliere le opere portate in salvo dalle calamità naturali. E poi un progetto per la messa in sicurezza del patrimonio ecclesiastico, il rilancio dei borghi e del patrimonio storico rurale, il digitale, l’accessibilità dei luoghi della cultura, un progetto per il potenziamento di Cinecittà.

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