Il Met di New York prevede di restare chiuso fino a luglio. “Sono tempi estremamente difficili”, hanno scritto il presidente Dan Weiss e il direttore Max Hollein. Il Met anticipa anche perdite di 100 milioni di dollari a causa del coronavirus che solo 6 giorni fa lo ha costretto a chiudere ‘temporaneamente’ al pubblico: un buco nero finanziario che porterà a una radicale ristrutturazione degli organici e dei programmi per il futuro. Il museo è stato uno delle prime istituzioni culturali negli Usa a chiudere al pubblico.
Secondo la presidente della American Alliance of Museums Laura Lott, un terzo dei musei oggi chiusi potrebbe non riaprire una volta superata la crisi. Intanto, il mondo dell’arte si rimbocca le maniche per servire il suo pubblico nei prossimi mesi: attraverso le pagine Arts and Culture di Google 2500 musei e gallerie offrono tour virtuali di collezioni permanenti e mostre in aggiunta a programmi in streaming come conferenze e dibattiti.
Tra le istituzioni che hanno aderito all’iniziativa ci sono la Tate e il British Museum a Londra, gli Uffizi a Firenze, la National Gallery di Washington, il Getty a Los Angeke, il Museo di Pergamo a Berlino e, a New York, il MoMA e il Whitney. Molte grandi gallerie d’arte, da Pace a Gagosian, hanno aperto ‘viewing room’ online per i loro clienti. Le case d’aste continuano a vendere ma ovviamente solo sul web.
Quanto al Met ha avviato un programma in 3 fasi, delineato nella lettera di Weiss e Hollein: tutto lo staff a casa pagato fino al 4 aprile, mentre il museo studia il piano di ristrutturazione aziendale; da aprile a luglio uno studio di controllo delle spese e dei costi operativi; da luglio a ottobre la riapertura “con un programma ridotto, anticipando un minore afflusso di pubblico per almeno il prossimo anno a causa di una riduzione del turismo internazionale e interno”.