Per il rilancio di Alitalia saranno messi in campo 3 miliardi. In settimana avranno luogo i primi atti per la newco e le scelte sulla sua governance. Lo spiegano fonti di Palazzo Chigi dopo il vertice tra Giuseppe Conte, Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli.
Intanto si apre qualche spiraglio per i lavoratori di Air Italy. Nella nuova Alitalia potrebbero infatti convogliare alcuni asset della compagnia sarda. Una prospettiva che sarà la nuova società a valutare ma che è stata esplicitamente indicata dalla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, nel corso di una video call con i sindacati, le Regioni Sardegna e Lombardia e i liquidatori di Air Italy.
Non si tratterebbe dunque di fusione o di riassorbimento, come suggerito solo qualche giorno fa proprio dal governatore della Sardegna, Christian Solinas, ma di qualche “integrazione”, anche se la ministra non è entrata in maggiori dettagli. Sul tavolo potrebbero esserci delle tratte o, probabilmente, dei lavoratori di Air Italy. Da qui la soddisfazione dei sindacati che parlano di direzione “indubbiamente giusta” e vedono finalmente una possibilità di superare lo stallo in cui si era incappati con un primo passo concreto a tutela dei 1.500 posti di lavoro della seconda compagnia italiana.
Intanto per Alitalia si sta cercando di chiudere il cerchio anche sui vertici. Notizie giudicate credibili dagli operatori di settore indicano come possibile nuovo amministratore delegato, Fabio Lazzerini, attuale direttore commerciale della compagnia. Un nome a cui, stando a qualche indiscrezione, si affiancherebbe quello di Roberta Neri, fino a maggio amministratore delegato di Enav, figura già esperta del settore.
brutte notizie invece sul fronte di Ernest Airline, la compagnia in dissesto finanziario con sede a Milano alla quale l’Enac lo scorso 13 gennaio ha sospeso la licenza di esercizio per il trasporto di merci e passeggeri. Da allora il personale d’aria e di terra non ha visto un euro.
“E’ da mesi che va avanti questa situazione sempre più insostenibile – sottolinea il comandante Luciano Silvano, uno dei piloti rimasti a terra – eppure il 5 maggio è stata firmata la Cassa integrazione al ministero. Per noi è bloccato anche il Fondo straordinario del trasporto aereo, in attesa delle procedure fallimentari che pendono davanti al Tribunale di Milano e che sono state rinviate più volte per il lockdown del coronavirus”. L’ex pilota Alitalia spiega che in questi mesi circa ottanta suoi colleghi, piloti e addetti a terra, “sono andati via e hanno trovato lavoro in altre compagnie, ma non per tutti ci sono state opportunità e chiediamo aiuto per sbloccare questo stallo che è una vera via crucis”.