Si gioca tra Atlanta e Colonia il destino di Alitalia. È dai due possibili partner industriali, Delta e Lufthansa, infatti, che si attende un segnale per capire come far procedere la trattativa, mentre il tempo rimasto alla scadenza del 21 novembre si assottiglia. Quando mancano poco più di due settimane alla scadenza per l’offerta vincolante da parte del consorzio acquirente, di cui fanno parte Fs, Atlantia, Tesoro e Delta, è proprio dal partner americano che si attende una reazione alle ultime mosse di Lufthansa.
Il gruppo tedesco è infatti in pressing e si è detto disposto ad andare oltre la partnership commerciale, con un investimento importante (niente cifre ufficiali ma si parla di 150-200 milioni), ma chiedendo prima una compagnia ristrutturata con tagli “significativi” ai costi e alla flotta. Delta, che aveva messo sul piatto 100 milioni, con la possibilità di aumentarli di qualche decina di milioni, non avrebbe però gradito e ora, più che pensare ad un rilancio, non escluderebbe addirittura di sfilarsi dalla partita. Una posizione ufficiale di Atlanta è attesa a giorni. Così come qualche novità potrebbe arrivare anche da Lufthansa (che è alle prese anche con la protesta del sindacato Ufo, che ha proclamato due giorni di sciopero il 7 e 8 novembre), che sta per riunire il proprio board e giovedì mattina diffonderà i risultati dei primi 9 mesi. Qualche dettaglio sulla trattativa potrebbe arrivare anche dai commissari straordinari, attesi mercoledì in audizione alla Camera.
Rassicurazioni intanto arrivano anche dalla ministra dei Trasporti Paola De Micheli secondo la quale “non si può far finta che Alitalia è un grande player di questo paese”. Intervenendo alla registrazione di Povera Patria su Rai2, alla domanda se la compagnia rischia di fallire di De Micheli ha risposto “No, il 21 novembre le aziende dovrebbero confermare il piano e la loro adesione” Lufthansa è disponibile”. Quanto agli esuberi, ha precisato, “Si vedono con il piano”.