United Airlines in profondo rosso con il coronavirus che annulla la fame e la voglia di viaggi decimando la domanda aerea. I risultati preliminari del colosso dei cieli americano non lasciano spazio a molti dubbi: nel primo trimestre le perdite ante imposte ammontano a 2,1 miliardi di dollari, il rosso maggiore dal 2008, su ricavi in calo del 17% a 8 miliardi. E una ripresa non sembra dietro l’angolo tanto che United ha tagliato del 90% i voli in maggio e una riduzione simile è stata decisa anche per giugno. Di fronte a questi risultati, la compagnia intende accedere al piano di aiuti del governo e chiedere al governo finanziamenti fino a 5 miliardi di dollari nell’ambito del piano di aiuti varato a sostegno del settore aereo.
Un settore che vede allontanarsi il miraggio di ripresa estiva, anche se solo parziale, e che si appresta ad affrontare una delle crisi peggiori della sua esistenza. Una crisi che mette a rischio, secondo alcuni analisti, fino a 100.000 posti di lavoro dopo settembre. Le compagnie aeree che accedono infatti ai fondi di salvataggio pubblici messi a disposizione dal governo si impegnano infatti a non ridurre l’occupazione fino al 30 settembre. Poi, però, possono farlo e a questo, secondo gli analisti, i big si stanno orientando. Delta e United avrebbero infatti già iniziato a contemplare le possibili alternative per ridurre le loro attività, mentre American Airlines ha iniziato a disfarsi dei suoi aerei più vecchi.