giovedì, 2 Maggio 2024

Air France chiude in rosso ma controllo Alitalia non è priorità

Attualmente la compagnia punta al maxi-piano di riassetto annunciato a fine 2011

Torna in rosso il gruppo Air France-Klm che chiudendo il 2011 in perdita di 809 milioni di euro (dall'utile netto di 289 milioni del 2010). La priorità ora è dunque il riassetto strategico e il contenimento del debito e non certo una possibile acquisizione di Alitalia.
"Non c'é assolutamente niente in preparazione in questo senso", ha spiegato l'amministratore delegato Jean-Cyril Spinetta durante la presentazione dei risultati, escludendo la volontà del vettore franco-olandese di arrivare a una quota di controllo nel capitale dell'ex compagnia di bandiera italiana. La decisione, ha poi spiegato, non può essere unilaterale, ma dev'essere condivisa con gli azionisti tricolori: "Per fare un accordo bisogna essere in due, non c'é accordo senza convergenza delle parti", ha affermato, "non sta a me deciderlo, ma agli investitori italiani, a come vedono il loro futuro, se lo vedono in un mantenimento della situazione attuale o se lo vedono in un passaggio successivo, con un acquisto di Alitalia da parte di Air France-Klm. Se loro optano per questo secondo punto, noi vedremo se sarà possibile procedere". Certo, ha sottolineato, "il mercato unico europeo creato nel 1993 implica in tutti i settori l'emergere di leader europei", argomenta, e le compagnie hanno già dato prova della loro propensione a creare soggetti più grossi, dalla stessa Air France-Klm a Iag, il nuovo conglomerato in cui si sono unite British Airways e Iberia. Anche per Alitalia, quindi, il futuro è "in una partnership mantenuta, e magari anche rafforzata" con il suo attuale alleato franco-olandese. 
D'altra parte, le priorità strategiche del gruppo Air France-Klm al momento sono altre, legate al maxi-piano di riassetto annunciato a fine 2011 e oggi in via di applicazione. Con un obiettivo preciso: ridurre del 10% i costi unitari per posto passeggero, soprattutto per compensare l'aumento del prezzo dei carburanti (principale causa del passaggio in rosso dei conti 2011).

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