Al termine di un cda fiume durato oltre sei ore l’atteso piano di rilancio di Alitalia è stato approvato: si punta all’utile entro la fine del 2019 con un taglio dei costi per 1 miliardo in tre anni e un aumento dei ricavi del 30%, riduzione di 20 aerei della flotta di breve e medio raggio e nuova offerta competitiva per le rotte di medio e breve raggio. Manca però ancora un tassello, non secondario: il finanziamento del piano da parte degli azionisti, che è subordinato all’accordo con i sindacati.
Nel frattempo si prepara un rinnovo al vertice, con l’arrivo dell’ex direttore generale della Rai Luigi Gubitosi come nuovo membro del consiglio in sostituzione di Roberto Colaninno, che ha lasciato il board a febbraio, e tutti gli azionisti hanno condiviso “unanimemente” l’intenzione di conferirgli l’incarico di presidente esecutivo una volta approvato il finanziamento del piano stesso.
“Con l’approvazione della seconda fase del piano industriale possiamo accelerare il rilancio di Alitalia”, ha commentato l’ad Cramer Ball:
Oggi, intanto, il management della compagnia presenterà il piano al Governo. Successivamente sarà il turno dei sindacati. Ai quali toccherà la delicata trattativa sugli esuberi (che le indiscrezioni quantificano tra 1.600 e 2.000) e sui tagli al costo del lavoro. Ma ai sindacati è affidata una responsabilità ancora maggiore, visto che il cda ha deciso che il finanziamento del piano da parte degli azionisti è subordinato all’accordo con le organizzazioni sul nuovo contratto e sulle misure relative al personale.