Si stringe il cerchio sul decollo della nuova Alitalia. Le prossime due settimane saranno decisive per dare vita alla newco pubblica, che verrà pilotata da un nuovo management e con la rotta di un piano di sviluppo per farla crescere. A fare chiarezza sul dossier Alitalia è la ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli. Per la nuova società, che è pubblica, c’è una procedura di 40-50 giorni “che avverrà secondo le previsione di legge”, ma l’avvio della fase di costituzione della newco è “imminente”, assicura la ministra all’ANSA, fornendo garanzie sul perimetro dell’azienda e sui lavoratori. “Terremo il più possibile unita l’azienda” e le sue dimensioni, con una dotazione di oltre “100 aerei”, faranno sì che il fabbisogno di risorse umane sarà “molto importante: quindi l’indicazione” che il Governo darà alla newco per la nuova Alitalia è che vengano valorizzate “il più possibile le risorse umane”. In parallelo alla newco (che a dispetto delle indicazioni iniziali sarà “proprietaria” e non affittuaria degli asset), inoltre, ci sarà un lavoro più ampio sul settore, con la definizione del nuovo regolamento e l’avvio della fase di confronto sul Piano degli aeroporti, per il quale servirà “qualche mese”.
La stessa ministra ha fatto il punto sulla situazione in un incontro con i sindacati di categoria. “Su Alitalia abbiamo avuto la conferma che le prossime due settimane saranno decisive per la nascita della newco con i relativi assetti manageriali e che sarà predisposto un piano di sviluppo all’insegna dell’unità aziendale e della tutela occupazionale”, spiegano i segretari generali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, Stefano Malorgio, Salvatore Pellecchia e Claudio Tarlazzi.
Si lavora intanto per decidere chi sarà a guidare la newco: sul management “decideremo insieme molto a breve”, assicura De Micheli. Sembrerebbe tramontato il nome di Alfredo Altavilla, ex Fiat-Chrysler, mentre starebbe prendendo quota Fabio Lazzerini, direttore commerciale della compagnia, che potrebbe essere affiancato da un pool di manager.
Solleva invece polemiche l’affondo del numero uno di Ryanair Michael O’Leary che prende di mira il dl Rilancio accusando il Governo di salvare la compagnia con norme da Corea del Nord e minaccia di fare ricorso a Bruxelles per aiuti di Stato. In un’intervista a Repubblica, O’Leary punta il dito contro il Governo che con gli aiuti alla compagnia e le “norme ‘comuniste'” arbitra una partita “a favore di un solo giocatore”. Sono “regole giuste per proteggere i lavoratori e per competere”, assicura la ministra, chiedendo “rispetto per la scelta del Governo che soprattutto nei confronti dei lavoratori vuole che vengano garantite pari condizioni”.
Criticano O’Leary i sindacati, che ben conoscono l’avversità del manager irlandese al confronto. “Prima di parlare dovrebbe ricordare che era lui che applicava alla sua impresa leggi stile Corea del Nord vietando ai lavoratori di avere rapporto con i sindacati o riunirsi in associazioni pena il licenziamento immediato”, ricorda Fabrizio Cuscito della Filt Cgil. “Le minacce e i ricatti noi li respingiamo e li consideriamo inaccettabili. Accusare senza contraddittorio è troppo facile”, aggiunge Ivan Viglietti della Uiltrasporti, che invita O’Leary “ad un confronto aperto”.
Considera invece un errore pensare solo al salvataggio di Alitalia il presidente di Assaeroporti Fabrizio Palenzona, che mette in guardia il Governo. “Non siamo contrari al rilancio di Alitalia, ma questo non può avvenire con misure protezionistiche che allontanano le low cost protagoniste in questi anni dell’incremento di traffico nel nostro Paese”, spiega al Corriere della Sera Palenzona, che sollecita anche risorse per aiutare il settore: servono 800 milioni per supportare i gestori non solo in questa fase critica ma anche durante la ripresa prevista “nel secondo semestre del 2021”.