Ferrovie dello Stato ha chiesto una proroga dei tempi di “almeno 8 settimane” per l’offerta vincolante per Alitalia. Così, secondo quanto si apprende, è scritto nella missiva inviata ieri dalla società ai commissari straordinari e agli advisor. “Riteniamo che siano indispensabili almeno 8 settimane di negoziazione prima di poter presentare una eventuale offerta vincolante da parte degli attuali interlocutori”, recita la lettera, che conferma quanto anticipato da alcuni quotidiani. Tocca ora al Ministero dello sviluppo economico, sentiti i commissari, decidere quanto tempo concedere. La nuova proroga, sarebbe la settima, rafforza però il tema della possibile necessità di un altro prestito ponte, che potrebbe aggirarsi intorno ai 200-300 milioni, per far volare la compagnia fino al closing dell’operazione.
I cda di Atlantia e di Fs, che si sono riuniti uno in seguito all’altro, hanno evidenziato molti punti in comune. Le due società si dicono entrambe disponibili a proseguire il confronto per definire un “piano industriale condiviso, solido e di lungo periodo per il rilancio di Alitalia” e l’intenzione di partecipare alla formulazione dell’offerta vincolante: ma per arrivarci servono ancora “ulteriori approfondimenti”, chiariscono, che verranno superati con altre sessioni di lavoro.
Parole che di fatto sbloccano lo stallo che si era creato dopo la lettera di Atlantia del 2 ottobre con cui la società faceva emergere una serie di problematiche evidenziando la situazione di incertezza legata alla concessione di Autostrade. A creare ulteriore confusione nei giorni scorsi è stata poi la ricomparsa di Lufthansa, che si è proposta come alternativa a Delta, ma offrendo solo una partnership commerciale senza iniezione di liquidità. Proposta che risulta però incompatibile con le indicazioni fornite dai board di Fs e Atlantia: nella Newco, infatti, si chiarisce, è prevista una primaria compagnia aerea “che si impegni a condividere e far proprio il piano industriale, oltre a sottoscrivere una quota di capitale nella Newco”.
Dal partner, ovvero Delta, che si è impegnata ad investire 100 milioni, ci si aspetta inoltre che partecipi “con una quota significativa” (il che fa pensare che ora si cerchi di convincere gli americani a rivedere un po’ al rialzo la loro partecipazione) e che assuma “un ruolo determinante nella responsabilità di gestione ed implementazione” del piano. Sia Fs che Atlantia invece saranno “socio di minoranza” e la società dei Benetton, in particolare, chiarisce che non avrà “un coinvolgimento nella gestione corrente” per evitare conflitti di interesse, essendo azionista (con il 99%) di Aeroporti di Roma.