martedì, 16 Aprile 2024

Ita, la trattativa sui lavoratori si chiude senza accordo: monta la protesta

La trattativa tra Ita e i sindacati si chiude senza accordo dopo che i rapporti tra le parti si sono inaspriti. “Il Presidente di Ita Alfredo Altavilla esprime il rincrescimento per l’impossibilità di arrivare ad un accordo, motivata dal perdurare di pregiudiziali puramente formali che nulla hanno a che fare con il merito e la bontà del progetto relativo alla nascita di Ita e che rispecchiano consuetudini e linguaggi non più attuali”, ha spiegato la compagnia in una nota, confermando “l’intenzione di procedere all’assunzione delle 2.800 persone attraverso l’applicazione di un regolamento aziendale”.

Dura la replica dei sindacati che incolpano anche il governo per non aver agevolato la trattativa. “Il governo è completamente assente e anche da incoscienti lasciare tutte queste persone col rischio di perdere il posto di lavoro e la tensione si sta alzando – ha detto il segretario nazionale della Filt Cgil, Fabrizio Cuscito – Noi chiediamo immediatamente una convocazione al governo. Non si può più ritardare, stiamo andando verso un punto di non ritorno. La mobilitazione continuerà nelle prossime ore”.

Dalle 10 di stamattina, infatti, i lavoratori Alitalia sono di nuovo in assemblea all’aeroporto di Fiumicino dinanzi alla palazzina Alitalia nell’area tecnica, sotto l’occhio di un nutrito cordone di forze dell’ordine. “USB, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, di fronte all’atteggiamento di Ita, che ha diffuso ieri un surreale comunicato, hanno indetto assemblee sui luoghi di lavoro per proseguire la lotta contro un progetto pilota, supportato con tutta evidenza dal governo, teso a smantellare contratti e diritti”, spiegano i sindacalisti Usb. Nel corso della mattinata il loro numero è salito a oltre 400 i lavoratori, molti in divisa. Ripetuti gli appelli, al microfono, ad una grande mobilitazione domani in piazza Montecitorio.

Intervenendo sul tema Ita al question time, il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha precisato che “ci rendiamo conto che il passaggio è molto delicato e molto complicato ma l’alternativa era solo una: il fallimento, che non è ancora del tutto scongiurato perché gli aiuti di stato deliberati sono oggetto di decisione pendente che rischia di compromettere l’operazione”.

Intanto l’antitrust Ue chiederà al governo italiano di recuperare dalla vecchia Alitalia i 900 milioni di euro di prestito ponte, in quanto considerati aiuti di Stato illegali, riporta il Financial Times. La decisione dovrebbe essere annunciata dalla Commissione Ue nelle prossime ore.

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