Si è conclusa in serata la disavventura dei passeggeri Volotea costretti da “problemi tecnici” a restare un giorno all’aeroporto di Caselle. Analoga situazione per i passeggeri del Venezia-Olbia decollati con un ritardo di 22 ore.
“Sfortunate coincidenze in un momento di picco dell’operatività”, ha commentato Volotea, pronta a ricevere una pioggia di richieste di risarcimento per i disagi e le ore di vacanza perdute.
“Siamo stati abbandonati a noi stessi, senza alcuna assistenza da parte della compagnia”, hanno detto i passeggeri poco prima della partenza dallo scalo torinese. Alcuni sono tornati a casa, altri hanno scelto di cambiare mezzo di trasporto e si sono recati a Genova, in auto o in treno, alla ricerca di un traghetto.
“Gli orari dell’imbarco venivano via via posticipati sul sito Internet della Compagnia senza che nessuno ci dicesse una parola”, hanno aggiunto. Dalla partenza prevista per le 18.15 si è passati alle 21.15, poi all’1.05 e, infine, alle 3.20, mentre a Caselle cresceva la rabbia dei viaggiatori che ha reso necessario l’intervento della polizia. Stesse scene al Marco Polo di Venezia, da dove l’aereo diretto ad Olbia con a bordo 82 dei 117 passeggeri che avevano acquistato il biglietto sono partiti ‘solo’ 22 ore dopo l’orario previsto.
“Questi ritardi sono dovuti ad alcuni problemi tecnici che purtroppo sono capitati a breve distanza uno dall’altro e hanno avuto perciò ripercussioni a catena sull’operativo della compagnia aerea su varie tratte”, ha spiegato Volotea. “La compagnia – ha aggiunto – ha fatto tutto il possibile affinché le complicazioni si risolvessero nel minor tempo possibile”.
Intanto si iniziano a le richieste di risarcimento. “Sono un loro diritto – ha osservato il Codacons – La compagnia deve risarcire gli utenti per i danni arrecati e per la riduzione del periodo di villeggiatura subito dagli stessi”.