Escludere dall'organizzazione di eventi congressuali gli hotel a 5 stelle, in quanto tali, può produrre effetti distorsivi della libera concorrenza. Ecco perché alla fine l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha dato ragione al ministero del Turismo, dopo aver preso in esame, su segnalazione del ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, sia il Codice etico di Assobiomedica sia il Codice deontologico di Farmindustria.
"Le disposizioni esaminate – osserva in due distinte comunicazioni il presidente Antonio Catricalà – escludendo tout court, a prescindere dal prezzo effettivamente offerto, le strutture a cinque stelle da quelle abilitate ad ospitare gli eventi congressuali finanziati dai soci delle due associazioni appaiono restrittive della concorrenza, in quanto idonee a conferire un ingiustificato vantaggio competitivo alle strutture alberghiere di categoria differente". Tali previsioni, "in quanto slegate da qualunque valutazione relativa alla tipologia tariffaria offerta o alle agevolazioni proposte dalla struttura alberghiera interessata", possono determinare "l'ingiustificata esclusione degli alberghi a 5 stelle che potrebbero, peraltro, praticare prezzi uguali o inferiori a quelli degli alberghi di categorie inferiori". Di qui l'invito ad Assobiomedica e a Farmindustria a prevedere, piuttosto, "tetti massimi di spesa" per ciascun professionista partecipante alle attività congressuali".
Soddisfatta della posizione assunta dall'Autorità il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. ''Il giusto obiettivo di neutralizzare possibili conflitti d'interesse in campo medico – ricorda il ministro – va perseguito senza creare distorsioni, limitazioni ed ingerenze nel mercato. I testi in questione, a mio avviso, introducevano una discriminazione ingiustificata tra le diverse tipologie di strutture ricettive. Per questo motivo, il ministero del Turismo si è rivolto all'Autorità che ci ha dato ragione".