Giovani, formazione e tecnologia per il futuro del turismo


Circa il 90% del tessuto produttivo del settore turistico italiano si configura come microimpresa – 3 su 4 (77% del totale) non hanno addirittura più di cinque addetti – con una composizione anagrafica del lavoratore medio che, per circa il 60% del totale, è over 35. Il quadro emerge da un’analisi FederTerziario Turismo – rilevata da dati Istat, Ragioneria Generale dello Stato, Unioncamere e Randstad Research – illustrata all’incontro “Giovani e turismo: vivere o sopravvivere” nell’ambito di TTG Italia che ha visto la partecipazione di Emanuela D’Aversa come Vice Presidente di FT Turismo.

“Il futuro del settore appartiene ai giovani – spiega D’Aversa – che abbiamo il dovere di innanzitutto di orientare e poi di formare adeguatamente perché le nostre imprese, che faticano a trovare personale qualificato, richiedono competenze funzionali a un settore in continuo mutamento e a una clientela sempre più consapevole ed esigente”. In questo scenario resta centrale il ruolo delle parti sociali, aggiunge Emanuela D’Aversa, nello stimolare “la creazione di un ecosistema formativo che ascolti, anticipi e risponda in tempo reale ai cambiamenti del mercato, nel sottoscrivere contratti collettivi che partendo da un’approfondita conoscenza delle esigenze di imprenditori e lavoratori che operano nel turismo”.

Sono queste le coordinate di riferimento dell’azione di FederTerziario che si è concretizzata, ad esempio, con la sottoscrizione Contratto Collettivo Nazionale per gli animatori turistici, un settore che oggi interessa oltre 60.000 lavoratori stagionali.

Attualmente le imprese chiedono una formazione specifica di partenza – circa il 50% ricerca personale con qualifica o diploma professionale – e resta cruciale il ruolo della formazione continua quando si è nell’azienda, tematica su cui le imprese del settore restano abbastanza pigre: secondo i dati UnionCamere nel 2024 solo il 41,4% ha effettuato percorsi di crescita strutturati, facendo registrare un dato decisamente più basso del resto della media dei settori (50,8%).

Puntare sui giovani significa anche valorizzare le sfide della contemporaneità che riguardano le nuove tecnologie, fondamentali per un comparto ad alta competitività e composto essenzialmente da microimprese che si devono interfacciare con un mercato globale. Nel 2024 su oltre 100mila imprese del settore turistico, una su due (il 43,5% del totale) non ha investito nel digitale, e solo una su tre (32,2%) ha investito, tra il 2019 e il 2023, in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o minor impatto ambientale.

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