giovedì, 2 Maggio 2024

Settore crocieristico in crescita ma non mancano le ombre

Nel 2014 la crocieristica in Europa ha fatto da traino alla ripresa economica europea con un contributo economico pari a 40,2 miliardi di euro, un incremento del 2% rispetto all’anno scorso. Tuttavia, CLIA Europe pone l’attenzione sulle sfide che rischiano di comprometterne la crescita futura.

“L’anno scorso il settore crocieristico ha continuato a crescere e ad assumere un’importanza sempre maggiore in Europa, creando 350.000 posti di lavoro – 10.000 in più rispetto all’anno precedente – e trainando la produzione industriale europea – 29 delle 31 navi da crociere per le rotte oceaniche previste per il 2018 saranno costruite nei cantieri europei”, ha detto Pierfrancesco Vago, Chairman di CLIA Europe, durante il suo discorso ad Amburgo nella sessione di apertura di Seatrade Europe.

“Tuttavia – ha aggiunto – la crescita della crocieristica in Europa è rallentata rispetto agli anni precedenti. Se da un lato l’andamento a lungo termine rimane positivo, il futuro potrebbe essere più sereno. Se vogliamo assicurare che la crocieristica continui a contribuire in maniera solida all’economia europea, occorre affrontare i numerosi vincoli critici che stanno colpendo l’ulteriore crescita del settore”.

Vago ha sottolineato alcune questioni che stanno frenando la crescita della crocieristica, quali: lo sviluppo insoddisfacente delle infrastrutture portuali; l’applicazione incoerente della legislazione ambientale dell’UE nei porti europei; i vincoli che impediscono l’arrivo di più turisti provenienti dai paesi del terzo mondo in Europa.

“Molti porti in Europa fanno fatica a stare al passo con la rapida crescita della crocieristica. Lo sviluppo e l’aggiornamento delle infrastrutture in tutta Europa è un investimento necessario che consentirebbe nuove rotte e destinazioni e aumenterebbe ulteriormente il contributo economico del settore a terra. Inoltre, dobbiamo assicurarci che una quantità maggiore di porti europei abbia le strutture adeguate per consentire alle navi da crociere di scaricare le acque reflue a terra”, ha spiegato Vago.

“Si potrebbe paragonare il modo in cui alcune parti della legislazione UE vengono applicate in tutta Europa a un patchwork. Questo inficia la nostra capacità di ottimizzare l’efficienza operativa delle nostre navi. Un ottimo esempio è la Direttiva Europea relativa al tenore di zolfo  (Sulphur Directive). Se da un lato le compagnie crocieristiche investono in tecnologie costose per gli scrubber a circuito aperto, dall’altro lato non è chiaro in quali porti si potranno utilizzare. Gli Stati Membri dell’UE devono focalizzarsi sull’allineamento dell’applicazione della legislazione europea in tutti i loro porti per evitare questa confusione”, ha sottolineato Raphael von Heereman, Secretary General di CLIA Europe.

“L’Europa è tra le regioni più restrittive al mondo relativamente al visto d’ingresso per i cittadini stranieri e per questa ragione sta perdendo 6 milioni di potenziali turisti ogni anno in un momento critico per la ripresa economica – ha aggiunto von Heereman – La riforma del Codice dei Visti dell’UE proposta è un primo passo importante per migliorare i flussi turistici in Europa. Tuttavia, è necessario che le Istituzioni dell’UE adottino e attuino tempestivamente la nuova legislazione, altrimenti rischiano di privare l’UE di ulteriori preziosi introiti dal turismo nel momento in cui ne ha più bisogno”. .

 

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