Boeing ha bisogno di un “minimo di 60 miliardi di dollari di aiuti” pubblici e privati. Senza – avverte – il rischio è quello di un rapido collasso della società con pesanti conseguenze per l’economia. Dopo l’annus horribilis per il 737 Max, ormai fermo da 12 mesi, l’emergenza coronavirus spinge la società sull’orlo del baratro. Con le compagnie aeree a terra e probabilmente ordini rimandati o cancellati, Boeing è in profonda crisi.
La richiesta di 60 miliardi è propedeutica per continuare a pagare i fornitori e quindi non creare ulteriori shock economici nella filiera dell’aerospazio. Ma si tratta di una richiesta elevata, che fa quasi impallidire rispetto al salvataggio delle case automobilistiche di Detroit durante la crisi del 2008, e che affonda i titoli Boeing a Wall Street, dove arrivano a perdere fino al 18% scivolando sotto i 100 dollari per azione. Dal 19 febbraio i titoli Boeing hanno perso il 70%.
Ma un salvataggio di Boeing comporta non pochi problemi per l’amministrazione Trump viste le critiche piovute sulla società per la gestione dello scandalo del 737 Max. Nonostante questo non sembrano esserci dubbi sul fatto che Boeing sarà in un modo o nell’altro aiutata: il colosso è lo specchio dell’economia americana e salvarla, anche fra le polemiche, vuol dire inviare un messaggio di speranza di fronte a un contesto economico che sembra somigliare sempre più alla Grande Depressione.