Arriva un emendamento di Forza Italia al decreto anticipi, collegato alla manovra e in discussione in commissione Bilancio al Senato, che prevede l’istituzione del Codice identificativo nazionale per gli immobili affittati a fini turistici. Il codice era una delle richieste degli azzurri dopo l’innalzamento previsto in manovra dal 21 al 26% della cedolare secca per gli affitti brevi.
L’obiettivo del Cin – si legge nell’emendamento – è quello di “contrastare l’evasione fiscale derivante da forme irregolari di ospitalità, assicurando la tutela della concorrenza e la sicurezza del territorio”. Il codice viene assegnato dal ministero del Turismo “ad ogni unità immobiliare ad uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche (o per periodi pari o inferiori ai 31 giorni), previa presentazione
in via telematica di un’istanza da parte soggetto titolare della struttura, sul quale gravano le responsabilità connesse alla locazione e alla gestione dell’unità immobiliare, indicante gli estremi identificativi dell’immobile e il numero dei posti letto”. I CIN sostituiscono i codici identificativi regionali – CIR, nonché i codici identificativi rilasciati dai Comuni. Chiunque concede in locazione un immobile per le finalità di cui al presente articolo privo di CIN è punito con la sanzione pecuniaria da 800 euro a 8 euro.