Dovrebbe arrivare entro fine settimana il decreto Sostegni mentre il governo è al lavoro per arricchire le misure, non solo per il capitolo delle imprese e per quello del lavoro, ma anche per quello del reddito delle famiglie, dopo l’anticipo delle norme per i congedi, il lavoro agile e il bonus baby sitting. Il provvedimento conterrà anche le risorse per dare impulso al piano dei vaccini.
Un ulteriore capitolo riguarda poi un nutrito numero di rinvii fiscali – dalla scadenza delle cartelle ad alcune scadenze per la predisposizione della precompilata – e contiene l’ipotesi, fortemente spinta da alcuni partiti di maggioranza, di cancellare le vecchie cartelle sotto i 5 mila euro contestate ai contribuenti tra il 2000 e il 2015. Il governo ha a disposizione per la predisposizione del decreto i 32 miliardi di extradeficit per i quali ha ottenuto l’autorizzazione allo ‘sforamento’ da parte del Parlamento. Si tratta di risorse che, come ha detto il premier Draghi, saranno interamente impegnate. Ed è chiaro che con le chiusure decise, bisognerà richiedere ulteriori possibilità di manovrare il deficit.
Al momento nel decreto le due voci più pesanti restano, come nei decreti economici che hanno contrassegnato il primo anno di emergenza, le protezioni del lavoro e gli aiuti alle imprese, due voci che da sole assorbono oltre 20 miliardi. Per gli indennizzi alle Pmi, che nel passato si fermavano ad un fatturato di 5 milioni e ora si estendono fino a 10 milioni, senza il paletto dei codici Ateco, serviranno circa 11 miliardi. Per il pacchetto lavoro circa una decina, tra rinnovo della Cig Covid fino a giugno per tutti e fino a ottobre per i più piccoli, nuove indennità per stagionali, precari dello sport e dello spettacolo, rinnovo del Reddito di emergenza e rifinanziamento del Reddito di cittadinanza. Circa altri 3 miliardi, poi, dovrebbero servire per dare ossigeno ad enti locali e trasporto pubblico locale, con le casse vuote.