domenica, 5 Maggio 2024

Balneari, Gnudi: prima a Bruxelles e poi decreto concessioni

Ma per Di Dalmazio la bozza attuale presenta troppe criticità

"Nei prossimi giorni andrò a Bruxelles per cercare di trovare le possibili misure per tutelare il settore balneare italiano". Lo ha detto il ministro del Turismo Piero Gnudi, a proposito del decreto sulle concessioni balneari che quindi non verrà presentato nel prossimo consiglio dei ministri ma in uno dei successivi.
La notizia ha suscitato plausi e critiche: i senatori del Pd Teresa Armato, Filippo Bubbico, Giovanni Legnini, Vidmer Mercatali e Salvatore Tommaselli, pur apprezzando "lo sforzo del ministro Gnudi, ritengono che a questo punto sia indispensabile fare un'ultima verifica con la Comunità europea sui termini e i limiti dell'applicabilità della direttiva Bolkestein". 
I parlamentari Sergio Pizzolante (Pdl), Elisa Marchioni (Pd) e Amedeo Ciccanti (Udc) hanno fatto notare come in  Spagna, "pur partendo da una situazione molto diversa rispetto all'Italia, le concessioni potrebbero essere rinnovate senza evidenza pubblica e senza il parere avverso del commissario europeo alla Concorrenza". Per David Favia (Idv) "il decreto predisposto dal ministro Gnudi condannerebbe a morte il settore".
Negativo anche il parere di Mauro Di Dalmazio, coordinatore nazionale degli assessori al Turismo. "Se rispondono al vero le anticipazioni che circolano posso dire che la bozza del decreto del governo sulle concessioni balneari contiene delle evidenti criticità. E' quanto meno singolare – aggiunge – che la bozza del decreto sia stata presentata e circoli ancor prima di essere portata a conoscenza, quanto meno in via ufficiosa, alle Regioni che su quel decreto devono esprimere l'intesa".
E a proposito della notizia secondo cui il Governo avrebbe deciso di avviare l'interlocuzione con l'Ue, il coordinatore ribadisce che "se è cosi, possiamo dire che finalmente il Governo si è determinato a fare ciò che da lungo tempo si chiedeva, e cioè interloquire con l'Unione europea per individuare i margini di tutela per le oltre trentamila piccole e medie imprese del comparto balneare. Le Regioni da subito hanno spinto in tal senso considerando che senza un intervento diretto governativo qualsiasi iniziativa sarebbe stata depotenziata".

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