Bocca: presenze giù del 5-10% al mare, bene la montagna


“Non è un’estate straordinaria come quella del 2024. Anche se il bilancio si farà alla fine della stagione con i dati conclusivi sui flussi turistici. Il calo delle presenze, tra il 5 e il 10%, si rileva soprattutto nelle località balneari, quelle solitamente più frequentate. Si cercano soluzioni di vacanza diverse. La montagna invece è andata bene”. Lo afferma, in un’intervista al Sole 24 Ore, il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca.

Ma gli ultimi dati, diffusi dal ministero del Turismo, fotografano un aumento di arrivi e presenze. Come mai? “La riforma della banca dati nazionale delle strutture ricettive e l’introduzione del Cin obbligatorio – spiega Bocca – hanno modificato l’identità dei numeri fotografati dalla piattaforma di AlloggiatiWeb, rendendo difficilmente confrontabili i dati di quest’anno con quelli del 2024. Con le nuove regole sono emersi centinaia di appartamenti che oggi sono entrati nelle statistiche e che prima non erano censiti. In pratica abbiamo più presenze, ma perché nel frattempo sono emerse tante realtà”.

“Questi dati poi – osserva Bocca – vengono diffusi all’interno di un dibattito politico che contrappone, intorno al turismo, la destra contro la sinistra italiana. Da un lato va tutto bene, dall’altro va tutto male. Ma il turismo non ha colore politico. Rispetto agli anni del Covid le cose vanno sicuramente meglio, i dati sono migliori anche del 2019. Ma noi rileviamo un calo rispetto all’anno scorso con situazioni molto differenziate sul territorio nazionale”.

Nel 2025, prosegue il presidente di Federalberghi, “il dollaro ha perso il 12% sull’euro e il clima di incertezza geopolitica disincentiva il turismo internazionale. Molti americani quest’anno hanno scelto di non partire e la loro assenza, in Italia, pesa soprattutto nelle città d’arte che l’anno scorso avevano beneficiato di questi flussi. Il mercato russo, poi, ormai non c’è più. Ma sono scesi anche gli arrivi dalla Germania, da sempre uno dei Paesi che contribuisce di più: il turismo va bene quando l’economia va bene, non quanto l’economia è in recessione”.

E i turisti italiani? “Gli arrivi degli italiani hanno tenuto – va avanti Bocca -, non rinunciano alla vacanza. Ma i pernottamenti quest’estate sono stati più brevi, soprattutto in agosto. Magari una settimana e non due. E per risparmiare molti preferiscono giugno o settembre, perché meno cari rispetto ad agosto. Il tema dei prezzi è un tema europeo. All’estero i prezzi non sono più bassi. Noi non possiamo vincere la partita sui prezzi, abbiamo un alto costo del lavoro e il caro energia è più marcato che altrove. È un sistema di costi che non ci permette di andare oltre certe tariffe. Dobbiamo giocarci la partita sulla qualità e sui servizi” conclude.

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