lunedì, 4 Novembre 2024

Bomba esplosa nella stiva? e la Russia ordina stop voli in Egitto

Anche la Russia ha deciso di sospendere i collegamenti aerei con l’Egitto finché non saranno chiare le cause del disastro dell’A321 sui cieli del Sinai. Secondo il portavoce del Cremlino, Putin ha deciso la sospensione dei voli russi in Egitto accettando le raccomandazioni del Comitato aeronautico interstatale. Il presidente russo ha inoltre chiesto di cooperare con la parte egiziana per la sicurezza dei voli.

Una decisione presa, forse, anche per la convinzione dell’intelligence britannica e statunitense che a uccidere le 224 persone a bordo dell’Airbus A321 russo della Metrojet sia stata una bomba messa dallo Stato islamico portata a bordo da un passeggero o, ipotesi ritenuta più probabile, nascosta in un bagaglio fatto salire sul velivolo probabilmente a causa degli scarsi controlli nello scalo di Sharm el Sheikh. E sarebbe anche questa la ragione per cui ai primi britannici che saranno ‘recuperati’ con aerei passeggeri inviati da Londra sarà permesso di portare con sé solo bagaglio a mano. Le altre valigie saranno imbarcate a parte su aerei cargo e sottoposti a controlli speciali.

Per l’Egitto il sospetto che si sia trattato di un attacco dell’Isis rischia di mettere in ginocchio il turismo dopo un 2014 che era stato positivo con 10,2 milioni di arrivi nel 2014 (+8%). L’Italia è il quarto Paese come numero di arrivi in Egitto (525 mila nel 2014 ma con un calo di quasi il 50% dal 2009 al 2014) preceduta da Russia (quasi 3 milioni), Gran Bretagna e Germania.   

Nadejda Popova, Senior Travel Analyst di Euromonitor International, parla di possibili “sviluppi catastrofici” secondo cui “i turisti hanno continuato ad andare a Sharm in quanto questa zona è sempre stata dissociata dai disordini di altre zone dell’Egitto. Ora invece i viaggiatori saranno molto restii a viaggiare in questa parte del Medio Oriente e continueranno a scegliere destinazioni come Dubai, Oman, e forse anche il Marocco rispetto a mete più vulnerabili come Tunisia ed Egitto”.    

 

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