sabato, 20 Aprile 2024

Caos in Perù, in salvo italiani bloccati a Machu Picchu

Una visita alla cittadella inca di Machu Picchu, in un Perù in preda al caos, si è trasformata in un’imprevista emergenza per un gruppo di turisti italiani, rimasti bloccati per alcune ore nello storico sito dalla sospensione dei collegamenti ferroviari verso Cusco. Un gruppo di manifestanti, infatti, come già aveva fatto settimane fa, ha divelto i binari in più punti del percorso ferroviario costringendo la società Ferrocarril Transandino a bloccare i treni per intraprendere le necessarie riparazioni che sono state portate a termine in serata consentendo ai turisti di mettersi in viaggio verso Cusco. Nel complesso i turisti che erano bloccati nella cittadella, che le autorità peruviane hanno deciso addirittura di chiudere, sono 430, di cui 300 stranieri. Gli italiani sarebbero alcune decine.

Non è la prima volta che la mobilitazione antigovernativa, cominciata il 7 dicembre, coinvolge italiani in visita nel Paese andino. Focolai di protesta sono attivi in almeno 12 delle 24 regioni del Perù, con particolare intensità a Puno, Cusco, Arequipa e Lima. Negli ultimi giorni, oltre ad aver imposto quasi 100 blocchi stradali su tutto il territorio nazionale, i manifestanti hanno occupato vari centri minerari e cercato, senza successo, di occupare gli aeroporti di Cusco, Arequipa e Juliaca. Dal 19 gennaio la protesta si è trasferita nella capitale Lima.

Qualche ora dopo il ministero del Turismo peruviano ha confermato che “418 turisti nazionali e stranieri sono stati trasferiti dal villaggio di Machu Picchu a Cusco”, la capitale imperiale Inca e turistica del Perù, pubblicando una foto del treno che collega le due città e un’altra dei turisti al suo interno. La Farnesina ha assicurato che anche il gruppo di turisti italiania stavano facendo rientro a Cusco.

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