martedì, 19 Novembre 2024

Costa Concordia, equipaggio spaesato conferma colpe società

Legambiente: servono più controlli su qualità e formazione equipaggi

Non si spengono i riflettori sul naufragio di Costa Concordia del 13 gennaio scorso. Le mille pagine della perizia e l'articolata ricostruzione della tragica notte del naufragio confermano quello che in parte era già emerso nei giorni immediatamente successivi all'incidente. E cioè che l'equipaggio era spaesato. La relazione conferma infatti quanto sostenuto dai sopravvissuti spiegando che "parte dell'equipaggio destinato a incarichi chiave non conosceva i propri compiti in caso di emergenza".
Secondo gli esperti nominati dal Gip, l'emergenza generale venne lanciata con "colpevole ritardo". Non solo. Ad alcuni dei membri dell'equipaggio erano stati attribuiti "incarichi di emergenza senza che fosse stata fornita loro la familiarizzazione prevista per soddisfare i requisiti" previsti dalla legge in casi di pericolosità", ma "ai mezzi collettivi di salvataggio – aggiungono i periti – sono stati assegnati membri dell' equipaggio che non erano in possesso del certificato di idoneità". Infine, "non tutto l'equipaggio era in grado di capire le istruzioni in caso di emergenza nella lingua di lavoro (ovvero italiano)".
E Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente, attacca: "Sulla Costa Concordia si sono verificati una serie incredibili di errori di cui solo alcuni riconducibili alla condotta del comandante Schettino, per il resto riteniamo che stiano emergendo sempre più colpe e responsabilità della società armatrice che ha avuto quanto meno un atteggiamento superficiale nella selezione dell'equipaggio e ha dimostrato una forte sottovalutazione dell'emergenza durante la gestione della fase più critica. E' bene approfondire queste responsabilità e fare tesoro di questo disastro – conclude Venneri – perché si proceda a una stretta dei controlli sull'effettiva formazione e qualificazione degli equipaggi a bordo delle grandi navi".
Polemico anche il Codacons: "Con questa perizia – spiega l'associazione – si vuole attribuire tutta la responsabilità dell'incidente al comandante Francesco Schettino, sollevando la Costa Crociere da ogni colpa, nonostante la società abbia permesso la partenza di una nave con strumentazione difettosa, tollerato inchini dinanzi le coste che oramai erano una vera e propria prassi, e consentito al comandante l'apertura e la chiusura delle porte stagne a suo piacimento".

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