La ministra del Turismo Daniela Santanchè, con altre persone, è stata rinviata a giudizio dalla gup Anna Magelli per false comunicazioni sociali in merito al caso Visibilia, una delle società del gruppo da lei fondato e dal quale ha dismesso le cariche. Quello che si aprirà a Milano è il primo processo che la senatrice dovrà affrontare in qualità di imprenditrice.
La senatrice di FdI non era presente in aula all’udienza preliminare di oggi, a cui non ha mai preso parte. Su venti imputati, tra cui pure il compagno di Santanchè Dimitri Kunz e la sorella Fiorella Garnero, nelle scorse udienze i pm Marina Gravina e Luigi Luzi hanno ribadito la richiesta di processo per 17 posizioni, ministra compresa. Federico Celoria, ex consigliere di amministrazione, ha chiesto invece di patteggiare e due società, ossia Visibilia Editore ed Editrice, hanno concordato una sanzione amministrativa.
Il 29 gennaio, poi, la Cassazione dovrà decidere sulla competenza tra Milano o Roma sul caso in cui Santanchè con altri risponde di truffa aggravata ai danni dell’Inps per la vicenda della cassa integrazione in Visibilia nel periodo Covid. In più la ministra è anche indagata per bancarotta dopo il fallimento di Ki Group srl, società della galassia del bio-food un tempo guidata dalla senatrice. Liquidazione giudiziale che, a dicembre, ha riguardato anche Bioera, altra società del gruppo, e dunque anche in questo caso ci sono profili di bancarotta al vaglio.