giovedì, 19 Dicembre 2024

Ddl elimina parity rate: albergatori esultano; Booking.com: danno per piccoli hotel

Aumenta la concorrenza nel settore turistico: i prezzi offerti dagli albergatori potranno infatti essere più bassi di quelli esposti dai siti di intermediazione, come ad esempio Booking.com. È quello che

prevede il cosiddetto emendamento ‘Booking’ di Tiziano Arlotti (Pd) al ddl concorrenza approvato quasi all’unanimità dall’Aula della Camera.

L’emendamento dichiara “nullo ogni patto con il quale l’impresa turistico-ricettiva si obbliga a non praticare alla clientela finale, con qualsiasi modalità e qualsiasi strumento, prezzi, termini e ogni altra condizione che siano migliorativi rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa per il tramite di soggetti terzi, indipendentemente dalla legge regolatrice del contratto”.

“E’ una decisione che dà ragione al mercato e al buon senso e si completa il percorso iniziato dall’Antitrust ma timidamente lasciato metà”, commenta il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara. “L’Italia – aggiunge Nucara – viene messa in condizioni di vedersela ad armi pari con il suo principale concorrente, la Francia, che già dal 7 agosto con la legge Macron aveva previsto un analogo provvedimento. Se non ci fosse stata questa decisione avremmo continuato a patire lo squilibrio tra i grandi portali e i piccoli alberghi. Certo ora deve tutto passare al Senato – continua – e ci saranno i dovuti tempi tecnici, ma è un segnale politico che non può che lasciarci molto soddisfatti”.  

“Grazie al Parlamento per questa scelta unanime coraggiosa che il settore alberghiero italiano attendeva da tempo”, sottolinea il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini.    

Ovviamente la scelta non piace a Booking.com che parla di “danno per i clienti e per i piccoli alberghi”. “Il 90% dei nostri clienti – spiega Andrea D’Amico, Regional Director Italia di Booking.com – è fatto di strutture con meno di 30 camere che a differenza degli alberghi internazionali non hanno possibilità di fare investimenti per la visibilità e la promozione che facciamo noi al posto loro e quindi saranno i primi a essere danneggiati. Avere tariffe competitive è essenziale al nostro servizio e comunque, qualsiasi sia la decisione del Parlamento, continueremo ad impegnarci in questo senso”.

La notizia ha ovviamente suscitato la reazione degli addetti ai lavori, da Federalberghi ad Assoturismo e Federturismo.

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