Seminario sul Fondo di Integrazione Salariale organizzato da EBIT, l’Ente Bilaterale dell’Industria Turistica a Roma, al CNEL. L’incontro ha permesso di approfondire il FIS che, con oltre 3,5 milioni di dipendenti, di cui 739 mila nel turismo e 54 mila aziende del settore, rappresenta uno strumento di welfare per aziende e lavoratori. Il fondo infatti riconosce delle prestazioni di integrazione salariale nei casi di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa lì dove le imprese non hanno previsto, e quindi costituito, Fondi di solidarietà bilaterali alternativi.
“Abbiamo deciso di organizzare, come EBIT, questa giornata di approfondimento – spiega Giorgio Palmucci, presidente di EBIT e di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – per favorire, nel nostro settore, la conoscenza del FIS che rappresenta un’opportunità molto rilevante per imprese e lavoratori. Sono innumerevoli le aziende impegnate nell’attività di riqualificazione che, volenti o nolenti, affrontano una chiusura temporanea della struttura o parte di essa con il conseguente problema di gestire il personale impossibilitato, in quel determinato lasso di tempo, a svolgere le proprie mansioni. Grazie infatti al Fondo di Integrazione Salariale si scongiura la cessazione dei rapporti di lavoro con i propri dipendenti rendendo possibile, per le aziende, il mantenimento della qualità e la professionalità della propria forza lavoro.
Appuntamenti come quello di oggi hanno come obiettivo quello di accompagnare i nostri alberghi in un percorso di crescita consentendo, in un mercato sempre più competitivo, l’innalzamento dell’offerta ed un posizionamento sempre più alto rispetto ai competitor internazionali”.
“Il turismo è uno dei settori economici più importanti del Paese ed è in grado di creare posti di lavoro e garantire benessere ai giovani e alle donne. Il FIS aiuta a mantenere tale ricchezza occupazionale intervenendo a supporto delle oggettive fragilità che possono colpire il turismo – aggiunge Elena Maria Vanelli, Vice Presidente E.B.I.T. -. Tutti gli ammortizzatori bilaterali e pubblici se sapientemente applicati nel rispetto delle specificità del comparto garantiscono non solo l’occupazione ma anche la capitalizzazione dei talenti professionali indispensabili per affrontare il futuro sviluppo dell’industria dell‘accoglienza italiana”.