lunedì, 13 Maggio 2024

Enit/2, personale spostato dalle sedi estere alle ambasciate

Ddl riduce a 50 unità i dipendenti da assegnare all’estero, ovvero un quarto di quelli attuali

Il personale dell'Enit all'estero lavorerà all'interno delle ambasciate e dei consolati e non supererà le 50 unità operative. Inoltre i beni culturali che non vengono esposti in Italia potranno essere destinati all'esposizione presso le rappresentanze diplomatiche e consolari per 7 anni. Sono alcune delle misure di ‘razionalizzazione amministrativa per la promozione del turismo all'estero e per l'internazionalizzazione delle imprese' contenute nel ddl approvato dal consiglio dei ministri. 
Dunque, il personale opererà "nell'ambito delle rappresentanze diplomatiche e consolari" e sotto la direzione, la vigilanza e il coordinamento dei capo missione del ministero degli Affari Esteri, ferma restando la propria dipendenza organica dall'Enit. Complessivamente l'Agenzia dispone di 25 strutture all'estero e una dotazione organica di 197 unità. La norma fissa in 50 unità il personale da assegnare all'estero, ovvero un quarto della dotazione organica totale dell'Ente. Secondo il ddl, il progressivo assorbimento delle sedi estere dell'Enit in quelle del ministero degli Affari Esteri comporterà un risparmio di circa 12 milioni di euro.  
Una soluzione che però non va giù ad Armando Cirillo, responsabile turismo del Pd. "Si tratta di una soluzione che rinnega la funzione che devono svolgere le sedi dell'Enit, ossia quelle di vetrine del nostro turismo all'estero. L'Enit – prosegue Cirillo – deve essere uno strumento agile, di rappresentanza, e la sede di un'ambasciata non consente di avere la necessaria autonomia operativa. Speriamo sia possibile trovare una soluzione che risponda realmente alle reali esigenze di promozione del nostro turismo. Sul futuro dell'Enit – conclude – siamo pronti ad aprire un confronto con il governo, che tenga conto della proposta di legge da noi presentata da tempo in Parlamento per trasformare l'Enit in società per azioni a maggioranza pubblica".

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