“Per la ripresa del turismo ai livelli del 2019 dovremo aspettare almeno fino al 2023”. E’ questa la previsione di Elisabetta Fabri, presidente e ad del gruppo Starhotels, secondo cui “il mercato italiano ed europeo dovrebbe ripartire nel corso del terzo trimestre di quest’anno”, e per rivedere i turisti americani “dovremo attendere almeno settembre 2021, se non addirittura il 2022”. In questo contesto instabile, secondo Fabri, il comparto del turismo deve diventare “centrale nell’agenda economica” del governo, con “interventi immediati a sostenere le aziende in difficoltà e cambiamenti strutturali per i prossimi 5-15 anni”.
Peraltro, sostiene la presidente di Starhotels, “aziende come la nostra alimentano occupazione e indotto, e potrebbero trainare altre imprese fuori dalla crisi: è quindi impensabile che si metta un tetto di 5 milioni di fatturato per l’accesso ai ristori. Sarebbe un errore gravissimo e un danno irreparabile per l’intera filiera, che porterebbe a un’inevitabile cessione delle aziende italiane a conglomerati esteri. Per ora il governo sta ignorando il dramma di aziende come quelle alberghiere che hanno perso fino all’82% del fatturato. Non ci aspettiamo solo contributi a fondo perduto, ma almeno 5 anni di defiscalizzazione e decontribuzione per recuperare”.
Il rilancio, per Fabri, richiede azioni rapide e una strategia per posizionare il turismo italiano come prodotto di alta gamma, con “un modello turistico slow contrapposto al ‘mordi e fuggi’, che valorizzi il nostro Paese e tutte le sue bellezze, anche quelle meno conosciute, puntando su destagionalizzazione e destinazioni ancora da scoprire”. Per far questo, sostiene la presidente di Starhotels, “occorre coordinare le politiche di marketing, della promozione turistica, aggregare i prodotti turistici per affinità, adottare strategie diverse per i diversi mercati di riferimento, creare degli Ambassador dell’Italian lifestyle, potenziare le attrazioni culturali nei cosiddetti mesi di bassa stagione dei centri minori in Italia come hanno fatto all’estero, migliorare le infrastrutture”.
Anche il talento femminile può dare un grande contributo, e Starhotels ha varato recentemente il progetto di formazione ‘Un futuro da Star per 10 donne manager’: “Un’opportunità – sostiene Fabri – di arricchimento per l’azienda in termini di talento, competenze e spirito d’innovazione, oltre ad un grande valore aggiunto alla visione e alla governance aziendale”.