Le guide turistiche italiane ieri sono scese nuovamente in piazza per ribadire il ‘no’ alla creazione della figura della guida nazionale e il ‘si’ deciso all’approvazione di una legge che riconosca la professionalità per un turismo di qualità. Nel corso di una manifestazione di fronte alla Camera dei deputati, i promotori della protesta (Federagit-Confesercenti, Sngt-Fisascat-Cisl, Uil-Tucs, Cgil-Filcams, Cna e Confcommercio) hanno chiesto “una legge di riordino della professione di Guida Turistica, in grado di indicare anche delle linee unitarie alle Regioni”. "E’ impossibile – hanno ricordato in una nota – saper effettuare delle visite guidate nell’intero patrimonio nazionale che presenta delle specificità regionali molto marcate. In alcune Province d’Italia non basta una vita per conoscere compiutamente il patrimonio culturale presente. Inoltre, così facendo, la guida nazionale si verrebbe a confondere con la figura dell’accompagnatore che si prende cura del gruppo durante il viaggio e si sostituirebbe ad esso". Ma non solo: "le guide turistiche sono dei lavoratori autonomi, quasi tutte hanno conseguito una laurea, parlano bene una o più lingue straniere e la grande maggioranza sono donne. Ma il lavoro è precario, stagionale, privo di copertura in caso di malattia o infortunio, e per legge si devono versare contributi Inps. La pensione poi è proporzionale alle somme versate e spesso è molto bassa".