martedì, 19 Novembre 2024

In Italia il turismo non conosce crisi e vale 171 mld di euro

“Il turismo rappresenta per l’Italia una risorsa straordinaria. Non si tratta solo di un incredibile volano per la ripresa economica del nostro Paese, ma crea sviluppo durevole per i territori in cui è presente. Il settore turistico è cresciuto e continuerà a crescere, come dimostrano i dati. Infatti, fino al 2018, prevediamo un’ulteriore crescita del 3% riferita agli arrivi in Italia.

Il turismo si conferma quindi un asset fondamentale per il nostro Paese che deve continuare ad accreditarsi – sia a livello globale sia a livello europeo – come destinazione d’eccellenza. A livello di risorse da creare e destinare allo sviluppo del turismo italiano, un passo in avanti è stato il decreto fiscale con un emendamento che consentirà di digitalizzare interamente (dal 1° gennaio 2018) il tax free shopping in Italia, con l’estensione a tutti gli aeroporti del sistema O.T.E.L.L.O., consentendo così una netta riduzione delle frodi I.V.A. e la creazione di un maggior gettito per lo Stato anche grazie alla ‘shopping experience’ dei turisti internazionali senza più code per ottenere il visto doganale per il rimborso IVA. Anche la prossima riforma Costituzionale vede realizzarsi un obiettivo da sempre dell’Osservatorio: la promozione del Paese Italia riportata allo Stato e non più devoluta in mille rivoli alle Regioni”. È quanto ha affermato Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo, aprendo il convegno ‘Strategie e Risorse per il Turismo Italiano’.

Nel 2015 il turismo ha contribuito all’11,8% del PIL nazionale e al 12,8% dell’occupazione, dando lavoro a ben 3,1 milioni di persone. Lo scorso anno sono cresciute sia la spesa media pro-capite giornaliera (107 euro) sia la permanenza media a turista (salita a 3,5 giorni). Ma le potenzialità del settore non si esauriscono qui e sono destinate a una espansione, ad esempio mediante lo sfruttamento delle risorse naturali e infrastrutturali e l’aumento della qualità dei servizi offerti.

Francesco Palumbo, dg Turismo Mibact  ha presentato il ‘Piano Strategico del Turismo 2017-2020’, documento che dota il Paese di nuove linee strategiche in grado di aiutare l’Italia ad acquisire una nuova leadership fondata su sostenibilità, innovazione e competitività. Anzitutto attraverso l’integrazione delle attività da parte delle Istituzioni e degli operatori del settore. Rivoluzione digitale, adeguamento della rete infrastrutturale, marketing innovativo, riduzione degli oneri burocratici e fiscali, sono alcuni dei punti fermi del Piano, che mette al centro il turismo in termini di crescita economica. Il tutto dovrà allinearsi a un settore in profonda trasformazione, dove la sharing economy già contribuisce per il 15% al mercato turistico, i prodotti personalizzati prevalgono su quelli standard (solo un turista straniero su 10 arriva in Italia con un viaggio organizzato) – e il web è il luogo dove si decide e si acquista il viaggio (il 68% dei viaggiatori ricerca online luogo e modalità del viaggio).

Inoltre, è stata presentata la 2° Edizione del ‘Rapporto sulla Programmazione regionale turistica 2016’, un lavoro di analisi di tutti i programmi di sviluppo regionale, che serviranno a ridare ossigeno al turismo nazionale. “Per evitare che un documento così ampio e bisognoso di un continuo aggiornamento possa diventare in poco tempo obsoleto sarebbe auspicabile – ha detto Gianfranco Battisti, presidente di Federturismo – far diventare questa presentazione un appuntamento annuale attraverso il riconoscimento istituzionale del Rapporto da parte del Mibact. Così come riteniamo altrettanto rilevante poter costituire un Osservatorio Fondi UE-SIE per il turismo, per indirizzare meglio e con maggior coerenza impegni e spese anche rispetto alle azioni del Piano Strategico 2016-2022”.

“L’obiettivo del Piano Strategico del Turismo 2017 – 2022 – ha concluso Dorina Bianchi  – è di accrescere il ruolo dell’Italia nel mercato turistico globale, aumentando la competitività del sistema turistico nazionale attraverso un’azione integrata e territoriale. A tal fine abbiamo cambiato metodo e abbiamo lavorato come Ministero, in collaborazione con tutti gli stakeholders del settore, in particolare con le Regioni per promuovere il ‘brand Italia’”. 

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