Il tempo stringe e le nozze tra Ita e Lufthansa rischiano di infrangersi contro il muro dell’antitrust Ue. Negli ultimi e cruciali giorni di trattative con il ministero dell’Economia e la compagnia tedesca, Margrethe Vestager certifica per l’ennesima volta i rischi che l’operazione potrebbe comportare per la concorrenza nei cieli d’Europa e oltre. E, respingendo l’irritazione fatta trapelare dal vettore guidato da Carsten Spohr, questa volta evidenzia un dato: “Sono pochi i casi davanti ai quali” Bruxelles ha “proibito un’acquisizione, finora sono stati dieci”.
L’unica soluzione affinché il caso italo-tedesco non diventi l’undicesimo risiede tutta nella volontà di Roma e Francoforte di continuare a trattare sulle lunghe tratte da Fiumicino con destinazione Stati Uniti e Canada. I tecnici della Direzione generale della Concorrenza europea chiedono soluzioni solide, creative e convincenti per spazzare via i timori di danni ai passeggeri, che dopo la fusione potrebbero ritrovarsi a pagare dazio con biglietti a prezzi altissimi e meno voli a disposizione.
Giunto in fase di definizione lo schema per la cessione degli slot nello scalo di Milano-Linate – necessaria a scongiurare posizioni di monopolio e duopolio -, a non convincere ancora Bruxelles è la proposta avanzata finora di congelare per due o tre anni l’ingresso di Ita nella joint venture transoceanica di Lufthansa formata con United Airlines e Air Canada. Le condizioni dell’antitrust sono nette: la newco sorta dalle ceneri di Alitalia e il vettore tedesco devono restare rivali.
Una linea rossa per Lufthansa che, in cambio di un sì e dell’ingresso di Ita sulle redditizie tratte a lungo raggio, ha messo sul tavolo anche l’idea di sospendere in via temporanea l’intera integrazione operativa con Ita, pur entrando subito nel capitale della newco acquistandone – come da accordi – in prima battuta il 41% del capitale.