I turisti Lgbt amano l’Italia che si posiziona prima in Europa tra le mete preferite e seconda in classifica a livello globale dopo l’Australia. Lo rivela il 19/o rapporto annuale di Cmi (Community Marketing and Insights), il più completo studio socio economico sull’economia Lgbt, presentato a Roma in occasione della visita in Italia di John Tanzella, presidente e ad dell’International Gay and Lesbian Travel Association (Iglta).
Secondo lo studio, che ha coinvolto 35 mila persone gay in 100 Paesi del mondo, dopo un paio d’anni di recessione o crescita modesta, il 2014 ha visto una forte ripresa dei viaggi Lgbt, con un aumento del 9% rispetto al 2013, un trend che continua a crescere anche nel 2015.
E se le parole che attraggono il viaggiatore Lgbt sono relax (23% delle preferenze), divertimento (18%) e cultura (14%), rispetto alle precedenti food, spa e shopping, cambia anche l’identikit delle famiglie arcobaleno, che oggi cercano l’integrazione con tutti, con destinazioni non solo gay friendly.
Un importante dato emerge anche dal fronte della sicurezza: solo l’11% del popolo gay e lesbian correrebbe il rischio di visitare un Paese con leggi o società omofobe. E tra le nazioni considerate più pericolose figurano la Russia, seguita dal Kenya e dalla Giamaica.