Una rimodulazione della tassa di soggiorno che punti a omogeneizzare versamenti e regolamenti tra le città italiane con la previsione di un’unica tassa valida per tutti, una specie di “tassa di soggiorno Italia”. Se ne sta occupando il tavolo per la scrittura del contratto di governo tra Lega e M5s nel capitolo turismo. Tra le ipotesi, la rimodulazione e generalizzazione dovrebbe portare anche ad una riduzione del tributo.
Per Stefano Bettanin, presidente di Property Managers Italia e ceo e fondatore di Rentopolis, si tratta di “un ottimo segnale”. “Da sempre auspichiamo – sottolinea Bettanin – che anche la politica supporti con decisione, liberandone le potenzialità, il mercato dello short term, i cosiddetti affitti brevi, innovando, digitalizzando e semplificando le normative esistenti. Il fatto che questa istanza sia stata recepita, sia pure solo in un contratto di un governo che non sappiamo se vedrà mai la luce, ci appare quindi un ottimo segnale: andrebbe a semplificare lo status quo con un sistema chiaro di raccolta delle tasse e ad innovare perché l’Italia sarebbe il primo Paese ad attuare un meccanismo del genere”, conclude.
Dello stesso avviso anche il presidente di Federturismo Confindustria Gianfranco Battisti. “Siamo soddisfatti di apprendere – dice – che sarà probabilmente inserita una delle nostre richieste più importanti, l’abolizione della tassa di soggiorno, un meccanismo di prelievo asimmetrico che colpisce solo una categoria di viaggiatori (quelli che pernottano in un centro turistico) e una sola categoria di imprese (gli alberghi) e i cui introiti originariamente destinati al miglioramento delle destinazioni turistiche finiscono invece nelle casse dei Comuni spesso solo come stampella contabile. Auspichiamo interventi anche su IMU, TARI e IVA – conclude Battisti – che sono purtroppo elementi di forte diseconomia competitiva verso i nostri concorrenti europei e che ridarebbero alle nostre imprese subito slancio e forza sui mercati internazionali oggi davvero globalizzati”.