L’Italia ha il suo Piano nazionale del mare. Lo ha approvato il Cipom, il Comitato interministeriale per le politiche del mare, riunitosi
a Palazzo Chigi sotto la presidenza del ministro Nello Musumeci. Il Piano del mare, previsto dall’articolo 12 del DL 173 del 2022, è lo strumento di programmazione di cui si dotano governo e parlamento per avviare una politica marittima unitaria e strategica. È stato redatto dopo alcuni mesi di confronti e audizioni, a cura di un apposito comitato di esperti, con i principali attori pubblici e privati che operano nel “sistema mare” e secondo la norma di legge, dovrà essere aggiornato con cadenza triennale. Adesso verrà trasmesso al governo e al
parlamento.
“Il primo importante passo è stato fatto – ha dichiarato il ministro per le Politiche del mare Nello Musumeci – L’Italia secondo gli obiettivi del governo intende guardare al mare oltre l’orizzonte con occhi nuovi, sempre più attenti alla sua salvaguardia e valorizzazione”.
Soddisfazione è stata espressa anche dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè: “grazie al Cipom possiamo valorizzare il nostro mare, che è parte integrante dell’identità italiana e rappresenta non solo uno snodo cruciale per i traffici commerciali, ma anche un asset strategico per il turismo”. Il Mediterraneo, infatti, risulta essere la prima area turistica in assoluto, con quasi 400 milioni di visitatori, oltre 20 milioni di lavoratori e il 32% degli arrivi internazionali da tutto il mondo.
“Il turismo legato al mare – prosegue Santanchè – non è solo quello nautico o quello delle belle spiagge e degli scogli da cui tuffarsi in acque cristalline, che ha comunque dei buoni numeri, ma è anche un intreccio di tipologie di turismo che ci possono consentire di destagionalizzare e di far vivere il comparto dodici mesi l’anno; basti pensare al pescaturismo o all’ittiturismo, che al tempo stesso fanno rivivere i meravigliosi borghi marini e che contribuiscono, quindi, in modo importante a collocare la nostra nazione al terzo posto in Europa per quanto riguarda l’economia blu”.