Meno della metà della spesa dei turisti stranieri arriva in Italia, mentre il resto arricchisce le economie estere. Infatti, dei 5,7 miliardi di euro di fatturato generato dalla vendita di pacchetti ai turisti stranieri, solo 2,7 miliardi (pari al 47,1%) rimane in Italia, mentre i restanti 3 miliardi (52,9%) vanno a remunerare la filiera estera. Se si considerano anche le spese extra pacchetto il fatturato sale da 2,7 miliardi a 4,8 miliardi di euro. E' quanto emerge dalla di Confturismo – Confcommercio in collaborazione con il Ciset (Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica dell'Università Ca' Foscari Venezia) per misurare l'impatto economico che il turismo incoming organizzato ha sul territorio nazionale e presentata alla Bit.
Il contributo che questo genere di turismo dà all'economia italiana, è ben superiore a quanto derivante dalla vendita dei pacchetti. Le spese extra pacchetto fatte a destinazione ammontano, infatti, a circa 2,1 miliardi di euro che, sommati al fatturato dei pacchetti che rimane in Italia, fanno un totale di 4,8 miliardi di euro. In particolare, un turista internazionale che sceglie di acquistare un pacchetto per un soggiorno o un tour in Italia spende, in media, 1.054 euro per il pacchetto, ma lascia sul territorio altri 388 euro a testa di spesa extra. Di questi 388 euro, il 42% circa va alla ristorazione, il 40% allo shopping, il 7% ai trasferimenti locali, l'8% alle altre spese (visite alle attrazioni, guide, ecc.) ed appena il 3% all'alloggio (ad esempio, notte extra prima o dopo la fine del tour).